> > Migranti: Zaia come Salvini approva la politica del "no way"

Migranti: Zaia come Salvini approva la politica del "no way"

Luca Zaia

Luca Zaia fa sua la campagna che ha per slogan "no way", ovvero "non c'è modo" per i migranti irregolari di attraccare in Australia.

Anche Luca Zaia approva la politica del “no way” australiana, che Matteo Salvini vorrebbe applicare anche all’Italia. Su Facebook posta uno spot realizzato dal governo di Canberra in stile Grande Fratello di George Orwell, dove il faccione di un militare tuona rivolto ai possibili migranti: “Se vieni in Australia illegalmente in barca non avrai mai modo di diventare un cittadino australiano”. Amnesty International ha già avvertito però: “La politica del governo australiano è esattamente l’opposto di ciò che i Paesi dovrebbero perseguire”.

Luca Zaia come Matteo Salvini

“Il mio obiettivo è il ‘no way’ australiano” ha più volte ribadito il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Da anni infatti l’Australia adotta una dura politica di respingimenti per i migranti non regolari. Dopo aver intercettato le navi che tentano di raggiungere le coste australiane, queste vengono costrette ad attraccare a Nauru oppure a Manus, isole del Pacifico adibite a luoghi dove i clandestini vengono trattenuti in condizioni di prigionia in attesa di essere rimpatriati.

Canberra ha quindi ideato e pubblicato una campagna che usa lo slogan “No Way” per dissuadere chiunque voglia tentare la traversata. Online anche uno spot in stile Grande Fratello di Orwell dove si vede un militare che spiega ai possibili futuri immigrati: “E’ politica e pratica del governo australiano intercettare qualsiasi nave che sta cercando di entrare illegalmente in Australia e rimuoverla in sicurezza oltre le nostre acque“. “Se viaggi in barca senza visto non troverai una casa in Australia. – è l’avviso – Queste regole si applicano a tutti, donne, bambini, minori non accompagnati, diplomati e laureati. Non ci sono eccezioni!”.

“Non credete alle menzogne dei trafficanti di persone. Questi criminali ruberanno i tuoi soldi e metteranno in pericolo la tua vita e la vita della tua famiglia per niente. – si specifica infine – Il messaggio è semplice. Se vieni in Australia illegalmente in barca non avrai mai modo di diventare un cittadino australiano”. Un messaggio talmente chiaro che sembra aver fatto presa anche sul governatore del Veneto Luca Zaia, che ovviamente non lo utilizza per respingere i barconi che tentano di approdare a Venezia ma per appoggiare la politica dei porti chiusi de leader della Lega.

La politica del no way

Il 4 giugno 2015 Matteo Salvini annunciava entusiasta su Facebook: “Il governo australiano ha fatto un accordo con le isole di Papua Nuova Guinea e Nauru, perché trattengano gli immigrati che chiedono asilo: nessuno mette più piede in Australia! – aggiungendo – Il deputato PD dice che è una ‘str…’, ma per me fanno bene! Che dite, affittiamo un’isola anche noi?”.

Finora il ministro dell’Interno sembra aver accantonato l’idea di far sbarcare tutti gli immigrati che tentano la traversata su un isolotto nel Mediterraneo, forse anche perché due anni fa Amnesty International ha denunciato che quella di Nauru “è una prigione a cielo aperto progettata per infliggere tutta la sofferenza possibile con l’obiettivo di scoraggiare alcune delle persone più vulnerabili del mondo a cercare asilo in Australia” come spiegava Anna Neistat, una delle poche persone riuscite a superare i sistemi di sicurezza e a visitare l’isola.

“La politica del governo australiano è esattamente l’opposto di ciò che i Paesi dovrebbero perseguire. – chiariva – È un modello che minimizza la protezione umanitaria e massimizza i danni. L’unica direzione in cui l’Australia sta guidando il mondo sulla gestione dei rifugiati è in un pericoloso tunnel che scende verso il basso”.