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Milano: 40enne incinta di 8 mesi, muore dopo essere stata dimessa

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Era stata ricoverata presso la clinica priva San Pio X di Milano, una donna incinta di otto mesi, poi deceduta a nove ore di distanza dalle dimissioni. La vittima era una donna italiana di 40 anni, mamma di un bimbo di quattro e ormai giunta a poche settimane dalla nascita del secondo figlio. La don...

Era stata ricoverata presso la clinica priva San Pio X di Milano, una donna incinta di otto mesi, poi deceduta a nove ore di distanza dalle dimissioni. La vittima era una donna italiana di 40 anni, mamma di un bimbo di quattro e ormai giunta a poche settimane dalla nascita del secondo figlio. La donna, della quale sono state diffuse dalla stampa solo le iniziali, K. S, era giunta al pronto soccorso in ambulanza, all’alba di venerdi (ore 5.43 di sabato) in arresto cardiocircolatorio, già intubata e sottoposta a massaggio cardiaco. I medici del pronto soccorso hanno provato a salvare in extremis il nascituro con un parto cesareo di urgenza, ma il piccolo era già deceduto nell’utero della mamma, che era in shock emorragico. Per la donna non c’è stato nulla da fare.

La Procura di Milano ha aperto un’indagine per duplice omicidio colposo relativa a tutti i medici che hanno avuto in cura la donna, sia nella clinica sia al Niguarda, in modo da accertare le eventuali singole responsabilità. La cartella clinica della donna è stata sequestrata. Le indagini dovranno appurare sia cosa è accaduto durante le ore trascorse dalle dimissioni della donna dalla clinica privata al decesso avvenuto nel pronto soccorso pubblico, sia se la paziente avesse delle patologie pregresse che ne abbiano potuto causare la morte.

La donna si era recata venerdì 16 presso la clinica San Pio X lamentando dolori addominali e lombari. Ancora da accertare il fatto se la donna si sia recata in quella struttura perchè convenzionata col s.s.n, o perché lì lavora il suo ginecologo di fiducia. Dopo alcuni accertamenti durati poche ore, la donna è stata dimessa. Ma nella notte tra venerdì e sabato, è accaduto l’irreparabile. Il marito ha subito avvertito le condizioni gravi della moglie alle ore 4.50 con la donna in stato di semicoscienza e in difficoltà respiratorie. Alle 4.57

chiama il 118: i soccorritori si rendono conto che la donna è già in arresto cardiaco. Poi le manovre di rianimazione e la corsa disperata verso il Niguarda, dove la situazione si aggrava fino al decesso della donna e del figlio per la rottura dell’utero. La famiglia ha sporto denuncia contro la struttura sanitaria che l’ha dimessa dopo il malore accusato.