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Milano, annullati test d'ingresso in Statale: Tar boccia il numero chiuso

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Molti studenti si stanno preparando ad affrontare i test di ingresso in facoltà, ma alla Statale di Milano, il Tar boccia il numero chiuso. Vediamo la situazione.

Il Tar del Lazio ha deciso di bocciare il numero chiuso per quanto riguarda le facoltà umanistiche all’Università Statale di Milano.

In seguito a una ordinanza di oggi, il Tar, il Tribunale amministrativo regionale, ha deciso di accogliere il ricorso dell’associazione studentesta Udu per sospendere i test di ingresso alle facoltà umanistiche e quindi ai corsi di Laurea in lettere, Filosofia, Beni Culturali, Geografia e Storia. Ecco il pronunciamento che annulla i test di ingresso per i molti studenti delle facoltà umanistiche: “Ritenuto (…) che il ricorso evidenzi sufficienti profili di fondatezza – si legge nel documento del tribunale – il Tar (…) sospende l’efficacia dei provvedimenti impugnati”.

Una decisione che annulla i test di ingresso all’Università Statale di Milano permettendo a tutti la possibilità di iscriversi con riserva al corso di laurea scelto, a prescindere dai tetti previsti dall’Università. Il Senato Accademico di Via Festa del Perdono aveva chiesto l’introduzione del numero chiuso nel mese di maggio, ma la richiesta è stata bocciata. Ovviamente, vi erano stati favorevoli e contrari a questa decisione, compreso il rettore Gianluca Vago il quale voleva il numero chiuso in modo che si potesse ridurre il numero di coloro che abbandonano i corsi e far risaltare gli studenti maggiormente motivati. I professori contrari hanno deciso, in segno di protesta, di fare lezioni all’aperto.

Le tensioni e i contrari

Ovviamente nei mesi scorsi vi erano state tensioni in merito in quanto non tutti appoggiavano questa decisione, come spiega anche l’avvocato Michele Bonetti, che sta difendendo gli studenti contrari a questa proposta: “Avevamo denunciato sin da subito come la delibera adottata dagli organi accademici contenesse vizi formali e sostanziali, mancando di fatto sia una maggioranza vera che il rispetto della normativa nazionale, prima su tutte la legge 264/99. Avevamo denunciato come la sordità dimostrata da chi doveva rappresentare tutta la comunità accademica aveva segnato un pericoloso precedente, oltre che un danno per il diritto allo studio di migliaia di studenti che volevano scegliere liberamente il corso del loro futuro. Ora che il Tar del Lazio ci ha dato ragione possiamo dirci estremamente soddisfatti per una vittoria storica che ha riflessi nell’immediato sul futuro di tutti coloro che avrebbero dovuto sostenere il test nei prossimi giorni e sulle decisioni presenti e future prese da quegli atenei che hanno introdotto programmazioni dell’accesso illecite”.

I corsi in esubero

Prima della scadenza di presentazione delle domande, molti studenti, soprattutto quelli di Lingue sarebbero rimasti fuori. Il corso di Laurea in Lingue è quello maggiormente in esubero. Un corso con iscritti 1.066 studenti a fronte di 650 posti, a Scienze dei beni culturali, 860 aspiranti per 500 posti, a Lettere 887 partecipanti ai test per 545 posti.

I problemi delle Università

Il Coordinatore Nazionale di Link, Andrea Torti, si dice soddisfatto, ma è consapevole del fatto che ci siano altri problemi:

“Riteniamo importante questa sentenza, che da ragione alle mobilitazioni che abbiamo animato, in barba alla mancanza di ascolto del Rettore Vago, permettendo finalmente l’annullamento dei test di ingresso previsti per settembre ed il ritorno al libero accesso per i corsi di laurea di studiumanistici. Il numero chiuso scompare ma i problemi denunciati restano: l’accesso programmato infatti non è che un sintomo del definanziamento costante del sistema universitario pubblico. Ci mancano aule, docenti, appelli d’esame, spazi, borse di studio e servizi. L’università che vogliamo non è questa e continueremo a gridarlo a gran voce”.