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Milano: arrestati 4 primari e un dirigente per tangenti

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Scandalo tangenti a Milano. La Guardia di Finanza ha effettuato una serie di arresti all'interno degli ospedali Gaetano Pini e Galeazzi

Scandalo a Milano. La guardia di Finanza, dopo aver indagato su un giro di tangenti ha effettuato 6 arresti tra gli ospedali Gaetano Pini e Galeazzi. Si trattano di 4 primari (due per parte) e di un direttore sanitario della struttura di via Quadronno. Tutti quanti, adesso ai domiciliari, sono accusati di corruzione. È invece finito in cella un imprenditore, titolare di una ditta che fornisce apparecchiature sanitarie. Secondo l’accusa, le assegnazioni di forniture avvenivano in cambio di denaro e regali.

Tangenti ospedali Milano

L’ombra delle tangenti negli ospedali milanesi Gaetano Pini e Galeazzi. Il nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza ha compiuto cinque arresti. Da tempo stava indagando su un giro di tangenti. Ci sono dei nomi pesanti dell’ambienti che sono coinvolti in questa brutta storia. Due primari del Gaetano Pini, due primari del Galeazzi e un dirigente sanitario del Pini si trovano adesso ai domiciliari. Direttamente dietro le sbarre, è invece finito il titolare di una ditta che produce apparecchiature sanitarie.

Il tutto era partito lo scorso anno, con l’indagine che ha portato all’arresto di Normberto Confalonieri, primario dell’ospedale Gaetano Pini. Egli, è stato rinviato a giudizio lo scorso 19 marzo. È accusato di aver favorito due multinazionali nella fornitura di protesi in cambio di soldi e altre utilità. Inoltre, avrebbe anche effettuato interventi inutili per assecondare gli interessi delle due aziende.

Precedente a Monza

Un caso analogo era saltato fuori lo scorso settembre al Policlinico di Monza. Dodici sono stati gli arrestati, di cui 3 erano chirurghi specialisti. Per altre nove persone, invece, (6 specialisti e 3 medici di base) sono scattati i domiciliari. Sei dei medici di base coinvolti sono stati sospesi dall’esercizio della professione, in convenzione con il Servizio sanitario. In manette sono finiti anche il responsabile commerciale e un agente di zona della società Ceraver.
i magistrati parlano di associazione a delinquere, corruzione e falso in atto pubblico.

Le mazzette venivano contraccambiate per il “disturbo” (termine che dà nome all’inchiesta), come lo chiamavano gli indagati. Le stecche venivano anche chiamate “sistemazioni”. L’indagine è nata dalla denuncia di un dipendente del Policlinico. Sono stati scoperti i cardini del meccanismo corruttivo. Il tutto è stato ideato e realizzato dal 2014 al 2017 dai rappresentanti di una società produttrice di protesi, con il coinvolgimento di chirurghi specialisti in ortopedia, operanti in strutture private accreditate dal Servizio sanitario nazionale, nonché di medici di base.
Gli inquirenti, sotto la gestione dalla pm Manuela Massenz, hanno spiegato che alcuni chirurghi del Policlinico di Monza, ai fini di favorire la società, avrebbero moltiplicato anche il numero delle operazioni eseguite, con la triste complicità di medici di base disonesti.

Sempre secondo le accuse, alcuni rappresentanti della Ceraver avrebbero corrotto i chirurghi ortopedici per spingere gli ospedali a comprare solo protesi della società. Protesi che avevano prezzi compresi tra i 1.500 e i 2.500 euro e, in particolare, per ogni acquisto andato a buon fine ai medici venivano consegnati tra gli 80 e i 100 euro. I medici di base avrebbero avuto il compito di individuare i pazienti, soprattutto persone anziane.