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Milano: contrabbando di sigarette, sei egiziani arrestati con cinque quintali

Milano: contrabbando di sigarette, sei egiziani arrestati con cinque quintali

Sono cinque i quintali di sigarette di contrabbando sequestrate a Milano dalla Guardia di Finanza. Sei egiziani arrestati per importazione illegale di tabacchi.

Si è conclusa con il sequestro di cinque quintali di sigarette di contrabbando e l’arresto di sei cittadini egiziani un’operazione della Guardia di Finanza contro un’organizzazione criminale che si occupava di importare in maniera illegale tabacchi in Italia. A condurre le indagini sono stati i militari delle fiamme gialle del gruppo di Fiumicino, che hanno portato alla luce l’attività illecita portata avanti da una banda radicata a Milano e Novara. I criminali, sotto la copertura di viaggi familiari, reclutavano corrieri per far entrare clandestinamente nel nostro Paese ingenti quantitativi di sigarette. Le sei ordinanze di custodia cautelare, di cui tre in carcere, sono state emesse dal Tribunale di Torino.

I primi sequestri di sigarette a Fiumicino

Inizialmente l’hub prediletto dai contrabbandieri egiziani per far entrare le sigarette in Italia era quello Leonardo Da Vinci di Roma. Tuttavia, a seguito di diversi sequestri, che avevano portato alla perdita di altrettanti preziosi carichi di tabacchi, l’organizzazione aveva deciso di cambiare destinazione, suddividendo gli arrivi dei corrieri tra gli scali di Milano, Torino, Venezia, Bologna e Bergamo. Una scelta che non si è rivelata più fortunata della precedente, visto che anche in questo caso le loro attività hanno attirato l’attenzione delle forze dell’ordine e la banda è finita nel mirino della Guardia di Finanza. I militari delle fiamme gialle hanno condotto attente e capillari indagini che sono culminate nell’operazione odierna. Nel corso della quale in tutto sono state confiscate 2.700 stecche di sigarette, il cui peso totale ammonta a oltre cinque quintali.

Tre egiziani in carcere e tre ai domiciliari

Tre dei sei cittadini egiziani fermati oggi sono adesso reclusi presso i penitenziari di Milano e Novara, mentre per gli altri tre sono stati disposti gli arresti domiciliari. Nei confronti di altre sei persone coinvolte nell’inchiesta, inoltre, il gip ha emesso ordinanze che pongono limitazioni della libertà personale.