> > Milano: investì e uccise 11enne in bici, ordinanza 'privo di uman...

Milano: investì e uccise 11enne in bici, ordinanza 'privo di umanità e pietà' (2)

default featured image 3 1200x900

(Adnkronos) - A carico dell'indagato - accusato di omicidio stradale e fuga - ci sono, a dire del gip di Milano Fiammetta Modica, elementi "stringenti e concordanti" e le aggravanti - la guida senza patente e sotto l'effetto di droghe - "sono state commesse con piena consape...

(Adnkronos) – A carico dell'indagato – accusato di omicidio stradale e fuga – ci sono, a dire del gip di Milano Fiammetta Modica, elementi "stringenti e concordanti" e le aggravanti – la guida senza patente e sotto l'effetto di droghe – "sono state commesse con piena consapevolezza" e, per quanto riguarda quella relativa alla fuga "con un contegno riprovevole e sprezzante verso la vita umana", visto che il piccolo è stato colpito, sbalzato e lasciato sull'asfalto senza nessun cenno di frenata.

Per il giudice, il 20enne dopo essere fuggito ha agito nel tentativo "di garantirsi l'impunità", prima abbandonando l'auto poco distante dal luogo dell'impatto, "poi recandosi in taxi sul luogo dell'incidente per comprendere quanto fosse accaduto, cercando di reperire notizie dal web, contattando un avvocato per un consulto", quindi costituendosi meno di quattro ore dopo, probabilmente dopo aver concordato la versione con la compagna, presente in auto, riferendo "di una manovra del ciclista, a fronte della quale non si poteva evitare l'impatto". Un tentativo, quello di "addossare ogni responsabilità alla vittima", smentito dalle telecamere: nulla nell'incedere della bici ha concorso nell'incidente.

Oltre alla fuga "senza alcune esitazione", il giudice rileva l'"allarmante freddezza e la lucidità dimostrata in occasione del violentissimo impatto con la vittima" che evidenziano "un'elevata pericolosità sociale dell'indagato e l'inequivoca incapacità di autocontrollo. E' dunque necessario porre un argine a tutela della collettività, al concreto fine di impedire il reiterarsi di condotte di reato della medesima tipologia". In questo senso l'unica misura possibile, come chiesto dal pm Rosario Ferracane, è quella del carcere.