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Milano: pene ridotte per Vanna Marchi e Stefania Nobile

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Pene ridotte per Vanna Marchi e la figlia Stefania Nobile: lo ha deciso la Quinta sezione penale della Cassazione. Le condanne in appello per bancarotta erano a 14 anni per la madre e a 12 anni e 10 mesi per la figlia. Invece le due dovranno scontare soltanto 9 anni e 6 mesi (Vanna) e 8 anni e un...

Pene ridotte per Vanna Marchi e la figlia Stefania Nobile: lo ha deciso la Quinta sezione penale della Cassazione.

vannaLe condanne in appello per bancarotta erano a 14 anni per la madre e a 12 anni e 10 mesi per la figlia. Invece le due dovranno scontare soltanto 9 anni e 6 mesi (Vanna) e 8 anni e un mese (Stefania). La riduzione si deve alla continuazione con altri reati. In pratica, la Cassazione ha accolto la richiesta della Procura della Suprema Corte, avanzata dal sostituto procuratore generale Gioacchino Izzo, di rideterminare le condanne considerando come un «unicum» i vari comportamenti penalmente illeciti tenuti dalle due donne. I processi erano tre: quello per associazione per delinquere finalizzata alla truffa (numeri al Lotto, amuleti, bastoncini e altri oggetti «anti negatività»), quello per altre sei truffe e infine quello per bancarotta.

Vanna Marchi è in semilibertà dallo scorso 7 ottobre e lavora nel bar del genero a Milano. «Si avvicina il fine pena e quindi a breve chiederò l’affidamento in prova ai servizi sociali e la loro liberazione», ha spiegato all’ANSA, l’avvocato Liborio Cataliotti, difensore di Vanna Marchi e della figlia Stefania Nobile.

Il legale poi ha fatto i calcoli e ha spiegato che, da oggi, per la Marchi il fine pena è tra circa un anno e mezzo e per Stefania tra quattro mesi. Le due vennero arrestate le prima volta nel novembre del 2001. Ora la allora regina delle televendite è in carcere a Bollate con il permesso di lavorare all’esterno e la figlia sta scontando la pena a casa per motivi di salute.

Stefania Nobile, come ha riferito il legale, «era incredula» e si è preoccupata di trovare il modo di far avere la «bella notizia» alla madre che, essendo in questi giorni malata, non ha lasciato il carcere di Bollate.