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Milano: truffa a piccole imprese, facevano ordini milionari a nome di Bayer e Trenord

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Sventata una maxi-truffa ai danni di sei piccole-medie aziende del settore siderurgico e informatico per oltre un milione e mezzo di euro. I carabinieri di Cologno Monzese, hanno arrestato un 66enne italiano con precedenti e i suoi due figli di 33 e 31 anni per associazione a delinquere finalizz...

Sventata una maxi-truffa ai danni di sei piccole-medie aziende del settore siderurgico e informatico per oltre un milione e mezzo di euro. I carabinieri di Cologno Monzese, hanno arrestato un 66enne italiano con precedenti e i suoi due figli di 33 e 31 anni per associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio e alla ricettazione. I tre ricevevano merce di tipo informatico o del settore metalli pesanti da alcune aziende per poi non pagarla e rivenderla a terzi. Gli ordini per riceverla venivano effettuati da altri soggetti su cui si sta indagando, che si fingevano aziende come Anas, Trenord o Autostrade per l’Italia.

La truffa

A volte erano Trenord, altre volte Autostrade per l’Italia, oppure Bayer, Anas o Alenia Aermacchi. Il modus era consolidato. Si servivano di questi nomi altisonanti per truffare piccole medie imprese, facendo ordini di ingente valore per poi rivendere la merce all’estero e – ovviamente – non saldando mai il corrispettivo debito.

La merce rubata ha un valore di oltre un milione di euro, mentre le aziende truffate sono sei. Tra gli ordini falsi ci sono quello di 10 gruppi elettronici da 100mila euro e quello di 340 tonnellate di panetti di zinco da 850mila euro. Gli episodi sono iniziati ad aprile 2015, le indagini a giugno 2016 quando una delle aziende truffate si è insospettita. Ad aprile 2016 aveva infatti ricevuto un ordine da Anas per alcuni computer e a giugno un secondo ordine sempre da Anas di altri pc quando ancora non era stato pagato il precedente. Il valore totale dei due ordini era attorno ai 20mila euro.

L’indagine

Nell’estate del 2016 sono stati i responsabili di una delle ditte truffate, operante nel settore informatico nel Nord Italia, a fare la denuncia presso i carabinieri. Il personale dell’azienda, si era insospettiti per l’arrivo di un nuovo ordine da parte dell’azienda insolvente. La mail di richiesta era sempre perfetta: loghi, testo, numeri di telefono e nomi ma i commercianti, dopo un ordine di computer per diecimila euro ancora da saldare, non volevano rischiare di nuovo ed hanno segnalato tutto alle forze dell’ordine.

Così si è scoperta la maxi-truffa. Uno dei tre arrestati, Il padre, è imprenditore milanese con qualche precedente specifico alle spalle; l’uomo era il titolare di un capannone di Cologno Monzese dove veniva materialmente consegnata la merce dai produttori inconsapevoli. Merce che veniva fatta sparire nel giro di pochissimo: trasferita in altri capannoni o verso paesi dell’Est Europa per essere rivenduta. Stando a quanto finora scoperto dagli investigatori, la banda agiva su commissione. Un raggiro che potrebbe avere origini quindi diverse, magari proprio nei paesi dell’est dove la merce veniva rivenduta