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Milano, uccise suocero accusato di abusi su nipotina di 8 anni: pena ridotta

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Uccise il suocero davanti al Palazzo di Giustizia di Milano accusato di aver abusato della figlia di 8 anni: pena ridotta di 2 anni.

Modificata la condanna inflitta ad un Emanuele Spavone 36enne di Rozzano, comune in provincia di Milano. La Corte d’Assise d’Appello del capoluogo lombardo ha infatti lievemente ridotto la pena decisa in primo grado in abbreviato. Gli anni da scontare in carcere per l’uomo passano da 20 a 18.

Milano, uccise suocero: pena ridotta

Il 36enne è a processo per avere ucciso il suocero, Antonio Crisanti, 63 anni, accusato di avere abusato della nipotina, figlia di Spavone, quando aveva 8 anni. I fatti risalgono al 25 Febbraio del 2019. I giudici hanno preso anche un’altra decisione. Oltre alla riduzione della pena per l’omicida, hanno ridotto la sentenza per il complice, un amico di 27 anni del killer, che lo accompagnò in motorino sul luogo del delitto. Per quest’ultimo la pena ridotta è piùà significativa: da 18 a 12 anni di carcere.

Milano, uccise suocero: motivazioni Corte tra 15 giorni

Per effettuare il calcolo della pena per i due imputati, i giudici hanno leggermente ridotto l’incidenza della continuazione tra i reati contestati, ovvero omicidio volontario aggravato e porto abusivo d’arma. Soltanto per quanto riguarda il complice, inoltre, i giudici hanno considerato le attenuanti prevalenti sulle aggravanti. Entro 15 giorni dalla riduzione della pena la Corte depositerà le motivazioni che hanno portato a prendere queste decisioni. 

Milano, uccise suocero davanti al Palazzo di Giustizia

Il 36enne e il suo complice erano presenti in aula durante la lettura del dispositivo ma entrambi sono rimasti impassibili una volta udita la sentenza. La sostituta pg Nunzia Ciaravolo aveva chiesto la conferma delle condanne decise in primo grado. Il giorno dell’omicidio, al Palazzo di Giustizia di Milano, si era appena concluso l’incidente probatorio nel quale la bimba di otto anni aveva parlato degli abusi che avrebbe subìto dal nonno. E in quell’occasione, davanti al giudice e alla madre della piccola, ossia la figlia di Antonio Crisanti, era arrivata la conferma dei racconti già resi dalla bambina alla polizia in un’audizione protetta.

Poco prima della fine dell’incidente probatorio, la madre aveva ricevuto un messaggio dall’ex compagno con una richiesta di informazione su dove si trovasse la figlia in quel momento. Secondo l’accusa Spavone voleva in assicurarsi che la piccola non si fosse nei dintorni del luogo dell’omicidio che avrebbe compiuto di lì a poco.

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