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Milano: uccisero il vicino a martellate, ridotta pena a 15 anni

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Sconto di quindici anni per i carnefici di Stefano Epis, ucciso a martellate a Milano nel 2015

Saranno quindici e non trenta gli anni di carcere che dovranno scontare i carnefici di Stefano Epis. Gaetano Teofilo e suo figlio Mattia si sono infatti visti dimezzare la pena nell’appello di secondo grado. I due sono accusati di omicidio per avere ucciso a martellate e coltellate il vicino di casa, Stefano Epis appunto, nel marzo del 2015.

È stata infatti scartata l’aggravante dei futili motivi da parte dei giudici della prima sezione della Corte d’Assise d’Appello di Milano, che hanno dunque condannato Teofilo e il figlio Mattia, appena ventenne, rispettivamente a 15 e a 14 anni di carcere.

Ricordiamo che con rito abbreviato in primo grado, i due erano stati condannati a ben trent’anni. Stando all’accusa, padre e figlio avrebbero ammazzato Epis per alcune minacce rivolte da quest’ultimo alla loro famiglia, a causa del pianto del figlio di tre anni di Gaetano Teofilo e del continuo abbaiare del loro cane.

Robert Ranieli, legale dei due imputati, ha dichiarato: “Comprendo la Corte che non ha potuto fare a meno di tenere in considerazione la confessione (poi ritrattata) di Mattia. Ma i giudici hanno capito il clima di esasperazione che si era creato e hanno provato compassione”.

Di fronte al procuratore aggiunto Alberto Nobili e al sostituto Letizia Mocciaro, i due imputato avevano confessato, rivelando di essere stufi delle incessanti minacce subìte da parte del loro vicino di casa. Che, del resto, in passato avevano già querelato tre volte proprio per timore delle sue eventuali ritorsioni. Il 48enne Stefano Epis, infatti, mal sopportava l’abbaiare del cane e il pianto del neonato, ultimogenito della famiglia Teofilo. Nei giorni appena precedenti alla sua morte era arrivato persino a intimidire con violenza il bimbo di soli tre anni.

L’esecuzione a martellate di primo mattino

Gaetano e Mattia Teofilo hanno ucciso a martellate e coltellate Epis martedì 10 marzo. Anche se il cadavere fu rinvenuto solo il venerdì successivo. Secondo le dichiarazioni dei killer rilasciate agli inquirenti, per una buona parte della notte Stefano Epis, che abitava al piano sottostante l’abitazione dei Teofilo, aveva gridato offese e minacce contro i Teofilo proprio a causa del pianto del bambino più piccolo. Pertanto, verso le sei del mattino, Gaetano aveva preso un martello, mentre Mattia si era attrezzato con un coltello e insieme erano scesi dal vicino per “chiarire” la vicenda.

Epis fu ritrovato con svariati tagli sul torace e alcune contusioni al cranio. Padre e figlio avevano tentato di ripulire in modo sommario il salotto dove l’uomo morì dissanguato. Si erano quindi disfatti delle armi e degli abiti sporchi di sangue ed erano tornati alla vita di sempre. Gaetano, magazziniere, si era recato al lavoro. Il figlio Mattia, il maggiore di tre fratelli, era andato a scuola presso l’istituto tecnico che frequentava.

La vittima, che presentava diversi precedenti penali oltre a problemi di alcol e droga, non conduceva una vita che si potrebbe definire proprio tranquillissima. In aggiunta alle tre denunce della famiglia Teofilo, aveva infatti ricevuto diverse altre querele da parte di altri condomini.

Giovedì 19 marzo 2015, giorno della festa del papà, arrivò la fine di questa macabra storia. Condotti in questura, il capofamiglia Teofilo, fino a quel momento incensurato, era crollato. Raccontando il terribile omicidio e la barbara esecuzione della vittima a martellate e coltellate.