> > Ministro Fedeli e la gaffe sulla storia: le nuove polemiche

Ministro Fedeli e la gaffe sulla storia: le nuove polemiche

ministro Fedeli

Il Ministro Valeria Fedeli commette un'altra gaffe, questa volta in tema di storia: scoppiano nuove polemiche in merito alla sua preparazione culturale

Ecco un altro scivolone per il ministro Fedeli. Che avviene dopo la vicenda della sua laurea mai conseguita (si trattava infatti di un diploma) inserita nella sua biografia in qualità di ministro dell’Istruzione. Ora la titolare del dicastero torna a commettere una tremenda gaffe, questa volta in tema di storia.

L’errore è ben visibile sul sito del Miur, nella sezione Ministra. Valeria Fedeli, con tanto di carta intestata del Ministero, scrive:

È qui che nel 1631 venne firmata la pace che concluse la guerra del Monferrato, durante la peste che fa da sfondo ai Promessi sposi. È qui che più tardi, nel 1796, Napoleone impose a Vittorio Emanuele III l’armistizio con cui decretò la capitolazione sbauda.

01

Peccato che Vittorio Emanuele III salirà sul trono solo un secolo dopo. E che l’altro l’armistizio fu firmato da Vittorio Amedeo III. Come se ciò non bastasse, l’intervento della Fedeli è stato registrato durante il Premio Cherasco Storia. Come si legge nella presentazione, tale premio “si propone di esaltare la storia come disciplina fondamentale di ogni convivenza civile e di favorire nei giovani la passione per la ricerca e l’indagine approfondita del passato“.

Ministro Fedeli: la biografia

Valeria Fedeli è nata Treviglio il 29 luglio 1949. È una sindacalista e politica italiana, nonché Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca dal 12 dicembre 2016 nominata all’interno del Governo Gentiloni. La Fedeli è stata Senatrice della XVII legislatura, aderente al gruppo parlamentare del Partito Democratico. Inoltre dal 21 marzo 2013 al 12 dicembre 2016 ha rivestito la carica di vicepresidente del Senato con funzioni vicarie.

Dopo il diploma di abilitazione per l’insegnamento nelle scuole di grado preparatorio, Valeria Fedeli consegue il titolo professionale di assistente sociale nel 1971. Inizia a lavorare quindi come maestra di scuola dell’infanzia nel Comune di Milano, assumendo il 7° livello professionale. Viene poi nominata delegata della FLELS della CGIL all’amministrazione comunale di Milano dal 1974 al 1979. Sempre nel 1979 viene distaccata presso la segreteria milanese della FLELS-CGIL.

Dopo essersi trasferita a Roma, inizia a lavorare in politica. Nel febbraio del 2013, durante il cosiddetto scandalo Rubygate che coinvolse Silvio Berlusconi, Valeria Fedeli fu tra le fondatrici del comitato femminista “Se non ora, quando?” Il comitato aveva l’obiettivo di denunciare il “modello degradante ostentato da una delle massime cariche dello Stato, lesivo della dignità delle donne e delle istituzioni”.

Le polemiche sulla “finta” laurea

La candidatura della Fedeli alle elezioni politiche del 2013 come capolista del Senato in Toscana del PD venne criticata dal Movimento 5 Stelle. La sindacalista all’epoca, infatti, non abitava in Toscana. Anche se aveva svolto attività sindacale per il settore tessile in alcune province della regione.

Con la nomina a ministro Fedeli viene inoltre investita da una grande polemica mediatica. Nella biografia del sito web personale la donna ha infatti dichiarato di aver conseguito la laurea in servizio sociale. Che invece si è rivelato essere un semplice diploma di abilitazione all’insegnamento nelle scuole materne. Questo titolo di studio è sì infatti riconosciuto in Italia come istruzione secondaria superiore. Ma non consente il proseguimento degli studi universitari.