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Ministro Piantedosi: misure contro l'antisemitismo negli stadi, a lavoro con la Comunità ebraica

Piantedosi Matteo

Dal Viminale, maggiore videosorveglianza negli stadi e rafforzamento del codice etico nel calcio per contrastare il razzismo e l'antisemitismo

Contro l’antisemitismo: riunione al Viminale tra i ministri Matteo Piantedosi e Andrea Abodi e la Comunità ebraica. Proposta di maggiore videosorveglianza negli stadi e di rafforzamento del codice etico nel calcio per contrastare il razzismo e l’antisemitismo.

Che il calcio faccia da esempio

Nel corso di una riunione al Viminale, presieduta dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e dal ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, i rappresentanti della Comunità ebraica hanno espresso la loro volontà di elaborare e proporre «ogni iniziativa utile a fornire risposte ancora più tempestive ed efficaci agli atti di antisemitismo e razzismo durante gli incontri di calcio».

L’antisemitismo, quando è nato?

Lotta contro gli Ebrei. La prima domanda da porsi sarebbe: perché? Ma riavvolgiamo il nastro intorno a questo atavico pregiudizio. Il termine viene usato per la prima volta agli inizi del XIX secolo, ma si tratta di un fenomeno molto più antico. Concepito come un’ostilità di carattere religioso – viva fin dai primi secoli del Cristianesimo e intensificatasi dopo i Concili Lateranensi III e IV –, nel Medioevo si aggiunse a quest’idea un’ostilità economico-sociale, legata al fatto che gli Ebrei si erano chiusi in gruppo a sé stante, che aveva tra le altre cose – in seguito alle preclusioni della Chiesa in proposito – il monopolio dell’usura (o prestito di denaro). Su queste basi in Occidente, con l’involuzione del principio di «nazionalità» in «nazionalismo» e il manifestarsi di ideologie antidemocratiche, razziste e filo-ariane, l’antisemitismo spopolò diffondendosi capillarmente nelle masse popolari, fino a diventare ciò che vediamo oggi. In Occidente, e non solo.