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Minorenne violentata mentre le amiche la filmano

violenza sessuale

Una ragazza di 17 anni è stata violentata nel bagno di una discoteca mentre le amiche la filmavano: il video è finito su Whatsapp. Condividere è la parola d’ordine dei nostri tempi. Non condividere emozioni, paure, sentimenti, o meglio, non come s’intendeva un tempo. Oggi le relazioni sono â...

Una ragazza di 17 anni è stata violentata nel bagno di una discoteca mentre le amiche la filmavano: il video è finito su Whatsapp.

Condividere è la parola d’ordine dei nostri tempi. Non condividere emozioni, paure, sentimenti, o meglio, non come s’intendeva un tempo. Oggi le relazioni sono “face to screen”, “face to smartphone”. Tra l’emittente e il destinatario c’è un medium.

Quasi tutto scorre lungo la rete, strumento utile ma a patto che lo si usi con buonsenso. Condividere prima di pensare (sebbene il pensiero preceda sempre l’azione), condividere prima di qualsiasi altra azione, anche quando questa dovrebbe essere soccorrere un’amica in pericolo.

Qualche tempo fa lo psichiatra Himanshu Tyagi ha lanciato l’allarme: i ragazzi nati dopo il 1990 non esperiscono il mondo senza l’uso onnicomprensivo di internet e ciò potrebbe compromettere seriamente la loro visione del suddetto mondo (tesi non condivisa da tutti i suoi colleghi).

La violenza sessuale corre su Whatsapp

La storia che stiamo per raccontarvi è simile a tante altre, un copione arcinoto con vittima una ragazzina sprovveduta con tanta voglia di dimostrare che può bere più di te, più di chiunque altro, per la serie “conosco i miei limiti”. Succede, invece, che quel limite quasi sempre lo si supera e le conseguenze possono essere terribili.

Sara (nome di fantasia) 17 anni, di Rimini o giù di lì esce con le amiche. La comitiva ha voglia di divertirsi, di ballare, e si reca in una discoteca. Fin qui nulla di male fin quando Sara non alza il gomito, è visibilmente ubriaca: una preda troppo facile per il vigliacco di turno che approfitta dello stato semi-incosciente di Sara per trascinarla in bagno e abusare di lei.

Ma in questa brutta storia non c’è un solo mostro. Chi ha davvero tradito Sara non è la bestia che l’ha violentata ma le sue amiche che hanno visto tutta la scena. Ma le ragazze non si sono limitate a non intervenire in difesa della vittima. No, l’hanno seguita in bagno, si sono nascoste e hanno filmato la violenza tra risate e battutine, tutto mentre Sara neanche capiva cosa stava accadendo.

Come da prassi, il video è condiviso via Whatsapp e arriva anche sul cellulare di Sara. La ragazza, disperata, chiede aiuto alla madre che accompagna la figlia a presentare denuncia ai carabinieri. Il pm Davide Ercolani apre un fascicolo per violenza sessuale ai danni di una minore.

Pare che la diffusione del video sia stata bloccata ma c’è ancora da identificare lo stupratore che probabilmente dirà che si trattava di sesso consenziente… se mai dovesse essere identificato. Quel video è la pista migliore per risalire all’identità dell’uomo.