> > Moana Pozzi sarebbe viva: l'ultima confessione di Schicchi

Moana Pozzi sarebbe viva: l'ultima confessione di Schicchi

Moana Pozzi

Pochi giorni prima di morire Riccardo Schicchi avrebbe confessato alla ex.moglie Eva Henger che Moana Pozzi sarebbe ancora viva.

Ci sono personaggi del nostro tempo che con la loro prematura scomparsa hanno sollevato ondate di grande dolore. Personaggi famosi, amatissimi che sono entrati nella nostra storia personale. Personaggi ritenuti quasi leggendari, dotati di un savoir-faire brillante che li rendeva personaggi unici nel loro genere. Personalità della politica e della scienza, della cultura, della musica e del cinema che con la loro scomparsa hanno suscitato leggende e misteri intorno alle circostanze della loro morte. Parliamo di personaggi del calibro di Elvis Presley in terra d’America. In terra nostrana abbiamo invece personaggi come Ettore Majorana, Federico Caffè e Moana Pozzi.

Ebbene si, anche Moana Pozzi rientra tra i casi misteriosi di scomparsa dal palcoscenico pubblico. Una diva dell’industria pornografica molto amata. Una donna meravigliosa che aspirava al grande cinema e al teatro, talentuosa. A 24 anni dalla sua scomparsa (ufficialmente avvenuta a Lione nel 1994 a causa di un carcinoma) nuove rivelazioni sembrano smuovere nuovamente le acque sul suo decesso. Secondo Debora Attanasio, ex-segretaria di Riccardo Schicchi, produttore della Pozzi, nel 2012 sul letto di morte avrebbe fatto una sconcertante rivelazione. A raccogliere la confessione la ex-moglie di Schicchi, Eva Henger. Secondo la Henger, il fu marito, in preda al delirio a causa del coma diabetico avrebbe detto che Moana Pozzi era ancora viva. Ancora viva e felice, in Polinesia. Sconosciuta e felice.

Moana Pozzi

Moana Anna Rosa Pozzi, è stata una attrice, una pornostar e una politica italiana (Partito dell’Amore, 1992), nacque nel 1961 a Genova. Ufficialmente morì il 15 settembre del 1994, a Lione, a causa di un carcinoma epatocellulare. Aveva solo 33 anni. Secondo alcune fonti la morte sarebbe solo una messinscena per uscire di scena e ricominciare una nuova vita. La Attanasio afferma che negli ultimi mesi in cui si vide con la Pozzi, questa era seriamente smagrita e provata dalle cure e dal suo male. Nonostante ciò, la Attanasio afferma che non è assolutamente da escludersi la possibilità che sia guarita.

E se le parole di Schicchi fossero anche solo lontanamente vere, varrebbe la pena che si indagasse sulla questione. Tant’è che la ex-segretaria di Schicchi ha chiesto alla Henger di ritornare a parlare su quelle parole. Di non lasciarle morire nel vuoto. Parecchie infatti sono le persone che hanno amato Moana Pozzi e che vorrebbero sapere la verità sulla sua fine: sia per deporre un fiore sulla tomba che, eventualmente per brindare alla sua nuova vita.

Speculazioni sul caso

A 10 anni dalla morte dell’attrice, affiorarono nuove voci sul decesso di Moana. La procura della Repubblica di Roma aprì una inchiesta sul caso. L’anno seguente, Biuzzi, esecutore testamentario dell’attrice, mostrò in diretta televisiva il certificato anagrafico italiano della Pozzi, il quale riportava la data di morte del 15 Settembre 1995. Sempre nel 2005, a Dicembre, l’ospedale di Lione mostrò a “Chi l’ha visto?” il certificato di morte dell’attrice. Le date combaciavano.

Per un certo periodo girarono voci anche sul fatto che Moana fosse sieropositiva e affetta da HIV (ipotesi ribadita da Paolo Villaggio). Biuzzi però mostrò, nel corso di un programma del 2007, i risultati del test del HIV che risultavano negativi, escludendo questa ipotesi. Ultimo ma non meno importante fu la speculazione del marito dell’attrice, Antonio Di Cesco, il quale affermò di aver praticato l’eutanasia su richiesta della moglie quando ormai il carcinoma al fegato era in uno stadio avanzato. La procura avviò un’indagine sulle parole del Di Cesco, per volere di Schicchi. L’ipotesi dell’eutanasia venne fermamente smentita dall’esecutore testamentario di Moana Pozzi, il dottore Mauro Biuzzi. Nulla di certo, solo ipotesi. Il mistero intorno a questa diva del cinema hard permane immutato, nonostante le tempeste mediatiche degli ultimi 10 anni.