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Moody’s, Fitch e gli strani “omissis” su chi governa in Italia

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L'agenzia di valutazione del merito di credito Moody's presenterà a breve il quadro sule prospettive del debito e dell'economia italiano, intanto il comunicato di Fitch presenta strani "omissis" su chi governa in Italia.

Ancora un po’ di pazienza e il quadro sulle prospettive del debito e dell’economia italiano sarà completo: il 19 maggio, giovedì prossimo, sarà infatti l’agenzia di valutazione del merito di credito Moody’s a diffondere le “pagelle” dell’Italia, dalla possibile revisione del rating alle attese di crescita del Prodotto interno lordo. L’appuntamento, che segue di pochi giorni le analisi positive sul caso-Italia da parte di Fitch e della stessa Commissione europea, ha un’importanza più elevata del normale non solo per le prospettive dei tassi di interesse dei Btp, ma anche per l’immagine del Paese e per quella del governo Meloni. Il rischio di un declassamento del rating italiano a livello “spazzatura” sembra infatti molto alto, malgrado il buon andamento dell’economia italiana nel primo trimestre di quest’anno e (secondo le previsioni) per il resto del 2023. Il rischio del declassamento, infatti, è stato rafforzato dalla stessa Moody’s, che con una mossa “fuori protocollo” ha fatto sapere ai mercati che “l’Italia potrebbe diventare l’unico Stato sovrano coperto dall’agenzia con un rating JUNK”, cioè ad alto rischio di default. I problemi sarebbero enormi: i fondi di investimento americani e i grandi fondi pensione internazionali non possono infatti acquistare obbligazioni inferiori al cosiddetto “investment grade”: il rating spazzatura rischierebbe non solo di marginalizzare l’Italia sul mercato dei capitali, ma anche di compromettere le operazioni sui Btp da parte della Bce.

In attesa del giudizio di Moody’s, vale la pena soffermarsi su un particolare molto interessante che emerge dal comunicato di Fitch sul rating italiano.

Il comunicato di Fitch “ignora” la Meloni

Nell’analisi, in cui viene confermato il voto BBB al debito e preannunciata una crescita del PIL maggiore del previso nel 2023, Fitch parla solo del “Governo italiano” (the government) o del “Governo di coalizione” (the coalition government), senza mai fare alcun riferimento al suo colore politico (destra o centro destra) o al premier Giorgia #Meloni. Una strana dimenticanza per Fitch, che in tutte le sue analisi sul rischio-Paese (non solo italiano) ha sempre “targato” il colore politico della coalizione di governo, e soprattutto il partito di appartenenza del premier (“the Draghi Government” è l’unica eccezione): nel caso del nuovo governo italiano, la connotazione politica (the new center-right coalition”) e il nome del premier (“the Meloni Government”), sono stati evidenziati chiaramente da Fitch solo nel novembre 2022, la precedente revisione del rating.

Che dire? Neutralità o “prevenzione”? Politically correct, or politically scorrect? Si tratta di omissis, o di omissioni non volute?

In attesa del prossimo comunicato, a cominciare da quello di Moody’s, si accettano scommesse.