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"Mordere la nebbia", Alessio Boni si racconta: inseguite i sogni

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Roma, 14 apr. (askanews) - E' un viaggio a ritroso, nella sua vita così varia e ricca di sorprese, anche difficoltà, ma dove a determinare il proprio destino è la ricerca del sogno. Si intitola "Mordere la nebbia" (Ed. Solferino) il libro autobiografico scritto dall'attore Alessio Boni, present...

Roma, 14 apr. (askanews) – E’ un viaggio a ritroso, nella sua vita così varia e ricca di sorprese, anche difficoltà, ma dove a determinare il proprio destino è la ricerca del sogno. Si intitola “Mordere la nebbia” (Ed. Solferino) il libro autobiografico scritto dall’attore Alessio Boni, presentato a Roma, alla Libreria “Nuova Europa” ai Granai.

Una vita raccontata a suo figlio Lorenzo, nato pochi mesi fa, per lasciare un messaggio di speranza. “Sono piccole percentuali della mia esistenza, è partito tutto molto spontaneamente dalla nascita di mio figlio Lorenzo, del lockdown, ho avuto tempo di essergli vicino h24, ho fatto un percorso a ritrovo fino alla mia infanzia e mi sono rivisto su una vespa sulla costa del Lago di Iseo, a Sarnico, sotto un salice piangente, con questa coltre di nebbia. Non mi piaceva niente della mia vita, sentivo un magone nello stomaco, non mi piaceva fare il piastrellista, nè la ragioneria serale, non mi piaceva nemmeno il pensiero del paese dove era tutto scritto. Da li la voglia di varcare la coltre della nebbia, metaforicamente. Ho attraversato con la vespa il ponte e sono evaso. Era il desiderio di cercare la mia dimensione, l’ho trovata con la recitazione, con il teatro, e sono diventato quello che sono ora. E mi sono raccontato in un libro”.

“E’ un monito per tutti quanti di non lasciarsi fagocitare nel posto che non ti permette di sognare ma l’invito è a mordere la tua nebbia interiore, perché ognuno ha la sua”.

E’ l’avventura di un ragazzo partito da Sarnico, nel bergamasco, figlio di un piastrellista. Con la vita già segnata: essere anche lui un piastrellista. Ma Alessio Boni non ci sta. E rivoluziona la sua esistenza, con sacrifici, errori, sogni. “La parte di vita che mi piace di più è il viaggio, anche questo che sto facendo con mio figlio. Questo è Il viaggio. Il viaggio è anche lasciare Sarnico per andare a Roma, di entrare in polizia, e anche i viaggi umanitari. Perché mi trovo dentro al viaggio, perché ci sono novità continue. Il viaggio nel quotidiano ti pone davanti ai piedi più di quanto tu ti immagini ti possa accadere quando stai nella tua confort zone o nel tuo salotto. Il viaggio è fatto anche di momenti cupi. Una delle cose più belle della vita è ricominciare. Non il turismo, non la vacanza, mi interessa il viaggio”.

Dal libro parte un messaggio di speranza in un momento così delicato dovuto alla pandemia: “Bisogna guardare sempre la luce in fondo al tunnel. Non mollare mai, soprattutto nei momenti difficili come questo. Sarà diverso, magari, rispetto a due anni fa. Magari è meglio, non molliamo mai”.