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Morgan a Muschio Selvaggio racconta il doloroso e "poetico" suicidio di suo padre

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Morgan a Muschio Selvaggio racconta il suicidio del padre: "Il mio papà si è tolto la vita tagliandosi le vene in un modo veramente elegante"

È un Morgan inedito quello apparso a Muschio Selvaggio, il podcast condotto da Fedez e Davide Marra. O forse non è il personaggio Morgan, ma il Marco Castoldi che già conosciamo: duro e ribelle, dal cuore tenero e sofferente. Che nella poesia cerca la salvezza delle anime. Questa volta il cantautore si è lasciato andare al doloroso racconto del suicidio di suo padre, riuscendo a cogliere la poesia nella pelle incisa di un papà che si sta tagliando le vene.

Morgan a Muschio Selvaggio: il doloroso racconto del suicidio di suo padre

In uno dei momenti più difficili in anni recenti la sua amica vera, Simona Ventura, lasciò intuire che Morgan avesse qualcosa di doloroso dentro ma un’anima straordinariamente sensibile e poetica. “Io sono vicina a Morgan da sempre, ci sentiamo e sto facendo tutto il possibile per poterlo aiutare”.

Chi conosce veramente Morgan, e chi ha saputo leggere la profondità dei suoi testi musicali, spesso rivoluzionari, sa che il cantautore porta con sé le fragilità e i dolori che gli uomini spesso tendono a mascherare o proiettare nell’altro. Lui non le nasconde, ma le sublima nella sua arte.

A Muschio Selvaggio si è aperto al racconto degli ultimi istanti di vita di suo padre.

“Il mio papà si è tolto la vita tagliandosi le vene in un modo veramente elegante. Lui che era una persona elegantissima non so come abbia fatto a fare una cosa del genere”. Marco descrive il gesto con il dolore e la poesia: “Ha preso una lametta, è partito dal polso e ha seguito, come se facesse un disegno, tutto il braccio arrivando fino al collo. Si è disegnato le vene e poi si è lasciato cadere. Io non me lo sarei mai aspettato perché non era un poeta”.

La poesia come salvezza dal dolore

La storia è popolata di miti e persone lontane dai riflettori che hanno rinunciato alla vita per soffocare il dolore, o salvarne altre, per lasciare un segno indelebile nella memoria, o restituire un senso alla sofferenza.

Il papà di Morgan ha inciso con una lametta la sua pelle, come fosse una stoffa su cui ricamare la bellezza della vita e la sofferenza di una morte quotidiana.

“Cosa posso fare se non trovare una forma artistica nella morte di mio padre? Mi è sempre venuto un punto di domanda gigantesco – confida il cantautore milanese –. Il padre è l’istituzione, è l’uomo che ti insegna il bene e il male. È l’uomo che ti fa conoscere il mondo. Implode, sparisce, decide lui di dire basta. E da quel momento ti cade tutto. Perdi tutto quello che sapevi della vita fino a quel mondo. È come un governo che fa un golpe. Il suicidio non è un atto egoistico, ma è un atto folle. Tu non vedi niente. Guardi e non vedi perché è tutto buio. Non c’è uscita e non trovi più l’uscita”.

La morte senza un perché ha lasciato in Morgan delle domande e dei tormenti senza risposta.