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Morì dopo aver rifiutato chemio: genitori saranno processati

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Rinvio a giudizio per i genitori di Eleonora Bottaro, la 18enne morta di leucemia dopo aver rifiutato la chemioterapia per seguire la teoria di Hamer.

I genitori di Eleonora Bottaro dovranno affrontare un processo. Dopo la sentenza di proscioglimento da ogni accusa, la Corte d’Appello di Venezia ha invece accolto il ricorso della Procura di Padova che ha indagato Rita e Lino per l’omicidio colposo aggravato della figlia. Eleonora Bottaro è morta all’età di 18 anni perché, dopo aver scoperto di essere affetta da leucemia, ha rifiutato su consiglio dei familiari la medicina ufficiale e la chemio per seguire la teoria dell’ex medico tedesco Ryke Geerd Hamer.

Chemioterapia: libertà o obbligo?

La Corte d’Appello di Venezia ribalta la la sentenza del Gup di Padova e manda a processo i genitori di Eleonora Bottaro, la studentessa 18enne di Bagnoli di Sopra, un paese in provincia di Padova, morta nell’agosto 2016 di leucemia dopo aver rifiutato la chemioterapia. Il giudice dell’udienza preliminare aveva invece prosciolto da ogni accusa il padre e la madre della ragazza, Lino Bottaro e Rita Bernini, perché “il fatto non sussisteva”.

La Corte d’Appello ha al contrario accolto il ricorso della Procura, disponendo il rinvio a giudizio della coppia. Lino e Rita sono indagati dalla procura di Padova per omicidio colposo aggravato con l’accusa di aver osteggiato le cure e spinto la figlia (all’epoca dei fatti minorenne) a rifiutare la medicina ufficiale. I genitori dovranno quindi comparire davanti al giudice il 25 ottobre prossimo.

Al contrario, gup aveva sottolineato che scegliere se praticare o meno la chemio rientra nella libertà di cura e nell’autodeterminazione del paziente, anche se minorenne. I legali della famiglia Bottaro, infatti, si erano appellati all’articolo 32 della Costituzione “secondo il quale nessuno può essere sottoposto a un trattamento sanitario contro la sua volontà se è capace di intendere e di volere”.

Rifiuta chemio, muore a 18 anni

Eleonora Bottaro si ammala di leucemia all’inizio del 2016, quando ancora 17enne. I genitori della giovane, con il consenso della figlia, decidono però di rifiutare i cicli di chemio. La famiglia, infatti, segue la teoria dell’ex medico tedesco Ryke Geerd Hamer, secondo cui la genesi delle malattie è da ricercare in traumi o conflitti non risolti. Per i coniugi Bottaro, Eleonora si era quindi ammalata perché ancora molto provata dalla morte improvvisa del 22enne fratello Luca, stroncato da un aneurisma nel 2013.

I genitori di Eleonora avevano quindi firmato le dimissioni della figlia dal reparto di Oncoematologia dell’ospedale di Padova, preferendo sottoporre la 17enne ad una cura a base di vitamica C, aspirina e cortisone. I medici dell’ospedale segnalarono il caso al Tribunale per i Minori che in poco tempo tolse la patria potestà a Rita e Lino.

Seguiti dall’avvocato Gian Mario Balduin, la famiglia riuscì a far ricoverare Eleonora in un ospedale di Bellinzona, in Svizzera, per proseguire le cure alternative alla medicina tradizionale. Inizialmente la giovane, che nel frattempo aveva compiuto 18 anni, sembrava essersi ripresa. Poi un improvviso peggioramento delle sue condizioni cliniche. Eleonora viene quindi ricoverata all’ospedale di Schiavonia, ma per lei purtroppo non ci sarà più niente da fare. Per l’accusa, i genitori di Eleonora Bottaro non sarebbero stati mossi dall’ignoranza ma da una deliberata decisione di mettere a rischio la vita della figlia. Per la difesa, invece, la scelta della giovane era libera e consapevole.