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Morosini: cinque anni dalla morte del calciatore in campo

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In questo stesso giorno, cinque anni fa, il calciatore Piermario Morosini muore in campo. Oggi il mondo del calcio lo ricorda con affetto per non dimenticare.

Il 14 aprile 2012, il mondo del calcio fu scosso dalla perdita di Piermario Morosini, calciatore del Pescara, morto in campo in seguito a una partita. Il mondo del calcio, che ieri piangeva la sua morte, oggi lo ricorda con grande affetto e sostegno supportandolo.

Il ricordo di Morosini è un ricordo difficile, amaro struggente. Un ricordo difficile da digerire e da accettare per i suoi compagni presenti quel giorno in campo, per la sua famiglia e per tutti i tifosi. Ancora oggi i suoi occhi continuano a trasmetterci tanto, a farci commuovere e ci emozionano. Sono ricordi di nostalgia e di grande affetto per lui e la sua persona. Le sue immagini di quando cade a terra, sviene in campo, in preda a un malore sono immagini indelebili che nessuno dimenticherà mai e scorderà.

Piermario Morosini era un giovane calciatore classe 1986, un giocatore originario di Bergamo che giocava nel Pescara. A uccidere Piermario Morisini quel sabato 14 aprile 2012 è stata una miocardiopatia aritmogena al ventricolo sinistro, una malattia, un disturbo difficile da diagnosticare per chiunque.

La sua storia è una lotta con il destino, un destino crudele e cattivo che si è fatto beffe di lui e della sua famiglia. I genitori sono morti, il fratello è rimasto vittima di un tragico incidente, una sorella è disabile in modo grave. Insomma, una famiglia difficile con serie problematiche e importanti lutti alle spalle. Il giovane, nonostante tutto, ha sempre provato a rimettersi in piedi, anche quello stesso giorno, ma il destino è stato molto più forte e ha vinto.

In seguito alla sua morte, è stata aperta una inchiesta. Una inchiesta in base alla quale ci si domanda e si chiede che qualcosa poteva essere fatto. Dopo cinque anni, i tribunali ammettono che qualcosa poteva essere fatto, si poteva fare qualcosa in più per salvarlo e non spegnere così troppo presto la sua vita. In seguito a quanto successo, per la sua morte sono stati condannati 3 medici il 13 settembre 2016. Ricordarlo oggi forse non è giusto dato che è il giorno della commemorazione, del dolore, del ricordo.

La sua morte, con i tifosi immutoliti, i compagni di squadra in campo sconcertati, come se avessero capito che gli avrebbero dovuto dire addio per sempre, ha scosso il mondo del calcio. Oggi il mondo del calcio lo ricorda. Oggi il mondo del calcio si stringe intorno a lui, alla sua famiglia e al suo ricordo. Il ricordo di un ragazzo che con il suo talento ha cercato di lottare contro la sfortuna, ma non ci è riuscito.