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Morte di Paolo Villaggio: le 12 scene più belle di Fantozzi

Se n'è andato

Morte di Paolo Villaggio, avvenuta questa notte ad 84 anni a Roma. Ecco le 12 scene più belle di Fantozzi, lo sfortunato e goffo personaggio che l’ha reso famoso nel cinema italiano.

La “storia” di Fantozzi

Allibito

La morte di Paolo Villaggio è avvenuta questa notte a Roma. Artista poliedrico, Villaggio, che aveva 84 anni è rimasto però famoso soprattutto per la sua interpretazione del Ragionier Ugo Fantozzi, un uomo italiano medio – per non dire mediocre – goffo, imbranato, sfortunato e grottesco a cui ne captano di tutti i colori nella vita, nel lavoro e in ambito familiare; destinato consapevolmente ad essere sconfitto dal potere. E’ un personaggio in cui possiamo facilmente identificarci. Fu creato dallo stesso Villaggio: Fantozzi era il cognome di un suo ex collega, impiegato in un’azienda in cui l’attore aveva lavorato prima di entrare nel mondo dello spettacolo e che si faceva trascinare nelle sue iniziative. Lui non riusciva a memorizzare il suo cognome e continuava a chiamarlo “Selvaggio”.

Villaggio aveva pensato Fantozzi per articoli e libri satirici – lo definì “Il prototipo del tapino, ovvero la quintessenza della nullitàma ebbe talmente successo da diventare una serie di dieci film. Tutto iniziò con dei monologhi comici in terza persona, portati in televisione nel 1968 nella trasmissione Quelli della domenica, in cui è protagonista di spassosi sketch. I testi furono pubblicati poi sulla rivista L’Europeo e in seguito, nel 1971, vennero raccolti nel primo libro Fantozzi, che vendette oltre un milione di copie in diversi Paesi del mondo, portando all’autore genovese a vincere, nella Russia dell’Unione Sovietica, il premio Gogol nella sezione “migliore opera umoristica”.

Vi furono altri libri su Fantozzi e nel 1975 arrivò il primo film dall’omonimo titolo, che entrò nella lista dei “100 migliori film italiani da salvare”. L’ anno successivo uscì Il secondo tragico Fantozzi, anch’esso diretto da Luciano Salce. Questi due primi film sono considerati i migliori della serie e per l’epoca rappresentavano una grande novità. Interessante l’uso che Villaggio – Fantozzi fa della lingua, le storpiature del cognome Fantozzi e mandando le coniugazioni verbali a farsi benedire. Alcune frasi tipo “Com’è buono lei!“, diventarono celebri, come entrarono nell’immaginario collettivo scene come queste 12: quella della sveglia, della festa di Capodanno, quella della corazzata Kotëmkin (Potëmkin), della partita di tennis – “Allora ragioniere che fa, batti?” , quella di “Chi ha fatto palo?” – nella partita di calcio Italia-Inghilterra a Wembley seguita dal ragioniere in televisione -, la bizzarra partita di calcio tra “scapoli e ammogliati”, “Capovaro … posso andare?”, la cena a casa di Serbelloni Mazzanti, il biliardo, “Tu mancia!” e il campeggio con Filini, l’organizzatore del lavoro dell’azienda dove lavora Fantozzi, che tartassa gli impiegati ed è convinto di sapere tutto.

Nel 2015

Chiuso per lutto

Con amarezza, parlando della crisi economica dalla quale l’Italia non è ancora uscita, Paolo Villaggio commentava: “Il Fantozzi degli anni del boom, dove erano tutti ricchi e l’Italia era il quarto paese industrializzato del pianeta, era un’eccezione: faceva ridere. Adesso, sinceramente, l’Italia è diventata un paese, beh, piuttosto povero, diciamoci la verità. C’è gente che non lavora, c’è gente che fino a 40 anni vive in casa della nonna, quindi direi che Fantozzi non fa più tanto ridere, ma può essere amato in quanto ti libera dal timore di essere isolato in quel tipo di incapacità ad essere competitivi. Ti rendi conto che Fantozzi lo sono diventati il 99% degli italiani”. Ma nel sempre nel 2015, 40 anni dopo, i primi due film sul ragioniere tornarono nelle sale cinematografiche per essere ancora apprezzati dal pubblico.