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È morto Emiliano Mondonico: il calcio è in lutto

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Mister Mondonico si è spento a Milano all'età di 71 anni, sui social il saluto della figlia "Sei stato il nostro esempio"

Mister Mondonico si è spento a Milano all’età di 71 anni, sui social il saluto della figlia “Sei stato il nostro esempio”
Emiliano Mondonico aveva festeggiato il suo settantunesimo compleanno il 9 marzo 2018. Si è spento all’alba del 29 marzo a Milano, dove era ricoverato per combattere la sua personale battaglia contro un tumore che lo tormentava da sette lunghi anni. Il mister era un simbolo del calcio italiano: “Il mio miglior amico è il pallone”. Mondo, come veniva chiamato da tutti, lascia un vuoto incolmabile. Amatissimo dagli sportivi e dagli amanti del pallone: coraggio e tenacia nella vita, contro la malattia, e nel calcio nelle vesti di allenatore. Nella massima divisione, dalla panchina ha ottenuto cinque promozioni con Cremonese (1983-1984), Atalanta (1987-1988 e 1994-1995), Torino (1998-1999), e Fiorentina (2003-2004). Ha reso grandi il “Toro” e la “Dea”, con i bergamaschi ha vissuto lo straordinario cammino che in europa nella Coppa delle Coppe ha visto i nerazzurri approdare in semifinale nell’edizione 1987/88.
Da Facebook giunge la notizia della scomparsa e il saluto delle figlie Francesca e Clara: “Ciao pap, sei stato il nostro esempio e la nostra forza…ora cercheremo di continuare come ci hai insegnato tu. Eternamente tua”.

Il mister originario di Rivolta D’Adda resta un simbolo indelebile nel mondo del calcio italiano, sport che amava e che vestiva come una seconda pelle: immerso nel suo lavoro h24, 7 giorni su 7, sempre con la testa sulla partita successiva o la competizione da giocare. Sotto la sua guida anche Napoli e Albinoleffe dove ha vissuto stagioni bellissime, poi le diverse esperienze televisive dove con trasparenza e con il modo gentile che lo contraddistingueva portava avanti la sua idea di calcio. In un’intervista aveva confessato “Il tumore non è invincibile” spiegando che l’attività che stava portando avanti era quella di allenare disabili, ex tossici ed ex alcolisti. “Ci insegnano il senso della vita” diceva Mondo mentre ammetteva a se stesso le difficoltà nel proseguire il suo cammino di vita, un percorso disturbato dal tumore ma affrontato sempre a testa alta con una tenacia singolare: nel febbraio 2018 doveva affrontare un controllo, dopo quattro operazioni chirurgiche, l’asportazione della massa tumorale (del peso di 6kg ndr.), di un pezzo di colon, di una parte dell’intestino e di un rene c’era il 30% di probabilità che la “Bestia” (come chiamava il tumore nell’intervista) potesse fare ritorno. Noi personalmente vogliamo ricordarlo con le braccia rivolte verso il cielo, in mano una sedia, come il 13 maggio del 1992 ad Amsterdam in quella finale che lo consacrò simbolo dei granata, perchè Il ricordo del suo sorriso puro, e dei suoi occhi sinceri non ci abbandonerà.