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Morto Philip Roth, gigante della letteratura americana

Philip Roth, uno dei maggiori esponenti della letteratura americana

Philip Roth si è spento all'età di 85 anni: è considerato uno dei maggiori esponenti della letteratura americana del Novecento.

È morto Philip Roth, uno dei giganti della letteratura americana contemporanea. Lo scrittore aveva 85 anni e si è spento a New York a causa di un’insufficienza cardiaca. Dagli anni Sessanta ha affascinato e sconvolto il mondo con i suoi romanzi, da Il lamento di Portnoy a Pastorale americana, fino a La macchia umana. Nei suoi libri, Roth ci ha donato un crudo spaccato della società e della politica nell’America del ventesimo secolo.

Morto Philip Roth

Philip Roth si è spento a 85 anni in un ospedale di New York, in seguito a un’insufficienza cardiaca. Il mondo ha detto addio a uno dei più grandi esponenti della letteratura americana contemporanea. La notizia della sua scomparsa è stata diffusa da Andrew Wylie, l’agente dello scrittore. Notizia commentata su Twitter anche da Blake Bailey, lo storico biografo di Roth, con queste parole: “Philip Roth è morto stanotte, circondato dagli amici di una vita che gli hanno voluto bene. Un uomo amato e il più grande scrittore vivente“.

La sua carriera

Philip Roth è nato nel 1933 nel New Jersey, in una famiglia ebrea della piccola borghesia. Proprio la città natale, Newark, è stata scelta come ambientazione per alcuni dei suoi più celebri romanzi.

La sua carriera come scrittore comincia nel 1959 con Addio Columbus. Ma ha dovuto aspettare dieci anni per raggiungere il successo. Il libro con cui ottenne la notorietà è Il lamento di Portnoy, pubblicato nel 1969. Un romanzo che all’epoca venne descritto come scandaloso, a causa della lucidità e della freddezza con cui affronta tematiche controverse, dalla sessualità alle nevrosi all’opprimente presenza della famiglia ebraica del protagonista, Alexander Portnoy. Lo stesso Roth non ha mai fatto mistero dell’ingombrante componente autobiografica dei suoi romanzi: gli elementi cardine delle sue storie sono “famiglia, famiglia, famiglia, Newark, Newark, Neark, New Jersey, New Jersey, New Jersey, ebrei, ebrei, ebrei”.

Trilogia americana

Nel 1997 Roth diede alle stampe Pastorale americana, romanzo con cui si apre un nuovo capitolo della sua carriera. L’osservazione politico-sociale dell’America di fine Novecento si fa ancora più cruda ed esplicita, confermando la sua nomea di autore scandaloso e controverso. In seguito, Pastorale americana confluì nella cosiddetta Trilogia americana, di cui fanno parte anche Ho sposato una comunista (1998) e La macchia umana (2000). “Scavo una buca e la illumino con una torcia”, affermò per spiegare cosa si cela dietro la sua scrittura.

Nel corso della sua vita, Philip Roth ha pubblicato oltre 30 romanzi, tradotti in numerose lingue. Ha raggiunto il successo non solo negli Stati Uniti, ma in tutto il mondo.

I riconoscimenti letterari

Nel corso della sua carriera, Roth è stato insignito di numerosi premi letterari: dal National Book Award per Addio Columbus al Pulitzer per Pastorale americana. Salta all’occhio la mancanza del Premio Nobel per la Letteratura, che secondo molti critici e lettori sarebbe stato ampiamente meritato dallo scrittore di Newark. Ingiustizia a cui tentò di rimediare Barack Obama nel 2010, consegnandogli la National Humanities Medal, la più alta onorificenza americana nel mondo delle arti.

Obama premia Roth nel 2010

La vecchiaia

Nel 2012, lo scrittore annunciò di voler abbandonare la carriera letteraria. Durante un’intervista per il “New York Times”, ha commentato così la propria vita “da pensionato” e la propria concezione di vecchiaia.

“Vado a dormire sorridendo e sorridendo mi risveglio. Sono molto felice di essere ancora vivo. Da quando va così, di settimana in settimana, di mese in mese da quando sono andato in pensione, mi è nata l’illusione che quest’andazzo non finirà mai, anche se ovviamente lo so che può finire da un momento all’altro. È come un gioco che faccio giorno dopo giorno, un gioco dalla posta molto alta che per ora, contro ogni previsione, continuo a vincere. Vedremo quanto andrà ancora avanti la mia fortuna“.