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Moscovici: all'Italia serve un budget credibile

Moscovici

Il commissario europeo richiama il governo italiano a manovre responsabili, e che non incidano eccessivamente sul debito pubblico

Pierre Moscovici, Commissario europeo per gli affari economici e monetari, avverte il governo italiano: “l’Italia deve presentare un budget credibile per i prossimi anni”.

Il commissario ha inoltre proseguito il discorso, affermando che il governo anti-estabilishment di Roma rappresenta un problema per l’Europa, e ha suggerito l’approvazione di una manovra finanziaria che punti alla riduzione del debito e che prosegua nel percorso di riforme che è stato intrapreso dal paese negli ultimi anni. Quello che si chiede, quindi, è un impegno che sia “credibile in termini numerici”, ma anche “nei suoi sforzi strutturali”.

“Stampare moneta non aiuterà”

Secondo il commissario, insomma, “fermare il piano di riforme e mettersi a stampare moneta non è la via giusta per aiutare il paese”.

Le dichiarazioni giungono mentre in Italia siamo impegnati a discutere della modifica all’età pensionabile proposta da Salvini, che si calcola costerebbe 12,3 miliardi di euro nel solo 2019, per poi, una volta a regime, raggiungere un costo di 16 miliardi annui. Insomma, due linee non proprio in sintonia.

L’Italia si trova infatti a dover affrontare un debito pubblico che ha raggiunto il 132% del Pil: una situazione che a livello europeo è migliore solo a quella greca, e che condanna il paese a pagare una enormità di interessi.

Un problema chiamato Italia

Per il commissario, insomma, c’è un problema, e si chiama Italia. E per questo, promette, “mi concentrerò sull’Italia più che su ogni altra cosa”.

Ma Moscovici non si limita all’Italia

Le dichiarazioni rese dal commissario nel corso di una conferenza stampa a Parigi oggi, 13 settembre 2018, non hanno però avuto come oggetto solo il Belpaese: in riferimento all’avanza dei movimenti populisti che sta vivendo l’Europa in quest’ultimo periodo, Moscovici ha detto che “ci troviamo di fronte ad un clima che assomiglia molto agli anni ’30”.

Chiaramente non c’è Hitler”, ha detto ai giornalisti, “ma forse dei piccoli Mussolini”.

La mozione Sargentini

Il riferimento di Moscovici arriva il giorno successivo all’approvazione di una mozione da parte del Parlamento Europeo – presentata da Judith Sargentini, deputata dei verdi europei, con la quale per la prima volta votata l’attivazione dell’Articolo 7 del Trattato di Lisbona. Articolo che prevede l’applicazione di sanzioni per i paesi ritenuti colpevoli di azioni in contrasto ai valori fondanti L’Unione. Ma non solo: all’Ungheria potrebbe anche essere sospeso il diritto di voto in sede europea.

La decisione ora al Consiglio dell’Unione

Certo, la palla ora passa al Consiglio dell’Unione Europea, organo rappresentante i singoli governi. Che per l’approvazione di una simile decisione richiede l‘approvazione da parte dei quattro quinti dei suoi membri. Uno di quelli che sono i veri limiti politici dell’Unione. Una sostanziale unanimità che, grazie al sostegno già annunciato a Orban dal governo polacco, sappiamo non sarà raggiunta.

Ma ciò non toglie che ieri al leader ungherese sia stato lanciato un messaggio. Un messaggio ripreso oggi dalle dichiarazioni del commissario, che parlando di “tanti piccoli Mussolini“, alza sicuramente il tiro.