Mostro di Firenze, chiesta la riapertura della indagini: trovato Dna su una busta.

Si torna a parlare del Mostro di Firenze, un caso caratterizzato da una scia di sangue durato 11 anni e che avrebbe visto, in tutto, quattordici vittime. Uno degli episodi di cronaca nera più torbidi e inquietanti avvenuti in Italia.
Una serie di omicidi che terrorizzò la regione Toscana. A distanza di anni, colui che spezzò giovani vite innocenti non ha ancora un volto, né un nome reale. Sono ancora molti i tasselli da aggiungere alla vicenda. Nonostante ciò, più passa il tempo, più altri indizi vengono aggiunti, facendo sì che il caso continui a vivere e ad evolversi.
Mostro di Firenze: la richiesta degli avvocati
Un collegio di avvocati formato da Valter Biscotti, Vieri Adriani e Antonio Mazzeo ha depositato un’istanza alla Corte d’Assise di Firenze affinché il caso del Mostro di Firenze venga riaperto.
I legali in questione difendono i familiari di alcune vittime del mostro.
Il perché della richiesta
La richiesta della riapertura delle indagini è giustificata da una traccia di Dna isolata in una delle tre buste che il serial killer avrebbe inviato a tre dei magistrati che all’epoca si occupavano delle inchieste relative al caso in questione. Tali buste contenevano lettere e bossoli Winchester, che potrebbero essere compatibili con una Beretta calibro 22.
Tale arma venne rubata da un’armeria e mai più ritrovata. Un’informativa dei carabinieri del 1984 sospettava che tale pistola potessere essere connessa allo stesso serial killer. Al momento, ovviamente, nulla e sicuro e queste altro non sono che ipotesi che necessitano di una conferma.