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Motociclisti uccisi in Val Susa, la compagna dell'elettricista: "Ha cercato di frenare"

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"Maurizio non voleva investire quei ragazzi, non l'ha fatto apposta: ha cercato di frenare, ma non è riuscito a evitarli" questa la versione della compagna dell'elettricista.

Continuano le indagini dei Carabinieri sull’incidente che ieri ha spezzato la vita ad Elisa Ferrero, ragazza di 27 anni. Una precedenza non data, questa la causa scatenante della furia del cinquantenne. Almeno un testimone ha assistito alla scena e ha riportato i dettagli di quanto ha visto ai carabinieri di Susa. Dopo il diverbio la moto, con a bordo la giovane coppia, sarebbe stata inseguita dalla Ford che per circa due chilometri avrebbe tentato di superare tutti gli altri veicoli pur di speronare la due ruote. L’automobilista ha raggiunto i due ragazzi alla rotonda in località Gravio. Qui, mentre la moto stava rallentando in curva, l’auto è piombata addosso alla coppia di giovani travolgendola e andando a sbattere contro il guard rail. Violentissimo l’impatto.

Gli sviluppi

A parlare oggi è la compagna dell’elettricista Maurizio de Giulio, arrestato per omicidio stradale dopo aver travolto in Val Susa due fidanzati in moto: la donna era sul furgone dell’elettricista torinese, e davanti ai carabinieri ha tentato di difendere il convivente spiegando che “la moto è sbucata all’improvviso“.

Maurizio non voleva investire quei ragazzi, non l’ha fatto apposta: ha cercato di frenare, ma non è riuscito a evitarli” questa la versione fornita ai Carabinieri da parte di Milena Zuniga Lecca, che ha poi continuato: “Abbiamo fatto un pic nic al lago con gli amici. Maurizio non aveva bevuto più di qualche bicchiere di vino

Una testimonianza che però non coincide con quanto dichiarato da alcune persone presenti al momento dell’incidente, e con quanto rilevato dagli investigatori sulla scena del crimine.

Sull’asfalto, infatti i militari non hanno notato segni di frenata, soltanto tracce di trascinamento (una cinquantina di metri) lasciate dalla moto, rimasta incastrata tra le ruote anteriori e il paraurti del furgone. Matteo ha riportato lesioni alla testa e al torace, è ancora ricoverato in prognosi riservata al Cto. La fidanzata è rimasta schiacciata dalle ruote del Transit.

La famiglia di Matteo Penna, il centauro rimasto ferito, continua invece a sostenere che si tratti di omicidio volontario, una circostanza che però la Procura non è ancora riuscita a verificare: l’accusa scatterebbe infatti solo se si potesse dimostrare che De Giulio ha inseguito i due ragazzi con l’intenzione di uccidere. Di certo, la famiglia del motociclista è sconvolta non solo per il ferimento di Matteo e la morte della fidanzata Elisa, ma anche per il fatto che 12 anni fa il fratello del giovane era rimasto vittima di un incidente simile: mentre era in moto un furgone l’aveva travolto, lasciandolo paralizzato.