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Troppa movida notturna, Comune di Brescia condannato a pagare 50mila euro

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Movida notturna bloccata dal Tribunale civile di Brescia. Il rumore è troppo per i residenti del quartiere. Il Comune dovrà pagare un bel risarcimento.

Movida notturna bloccata dal Tribunale civile di Brescia. Il rumore è troppo per i residenti del quartiere, le urla e gli schiamazzi sono troppi per essere sopportati. Il Comune di Brescia viene quindi condannato a pagare un bel risarcimento. Due residenti del quartiere più vivo di Brescia, stanchi dei continui rumori assordanti, hanno deciso di sporgere denuncia nei confronti del comune bresciano. Questo è stato l’ultimo passo nel tentativo di limitare un insopportabile inquinamento acustico.

Il Comune di Brescia

Movida notturna deve essere limitata. Il Tribunale civile di Brescia condanna il comune a pagare una multa piuttosto salata. Tutto comincia quando due residenti del quartiere più vitale di Brescia, denuncia i rumori proveniente dai locali e dalle compagnie di ragazzi che si riuniscono alla sera. Il rumore è troppo assordante e fastidioso. Così commentano i due residenti che hanno sporto denuncia. Non erano più in grado di sopportare quel rumore che si ripete ogni sera. Il quartiere Carmine, situato nel centro della città è un quartiere storico dove si è sempre consumato un certo stile di vita. Punto d’incontro per numerosi giovani e gente che desidera divertirsi. Ma il Tribunale civile ha deciso di condannare il comune di Brescia. In tutto dovrà pagare ben 50 mila euro di multa.

La denuncia

Due residenti del quartiere storico Carmine, situato nel centro della città, stanchi dei rumori hanno sporto denuncia all’amministrazione comunale bresciana. Il Tribunale civile allora ha deciso che Palazzo Loggia deve versare la somma di 50 mila euro ai due ricorrenti. Tra i due c’è Gianfranco Paroli che è il fratello dell’ex sindaco di Brescia Adriano Paroli che faceva parte del centrodestra. L’ex sindaco, quando era ancora in carica, aveva già portato avanti il progetto di limitare la vita notturna all’interno della città. Ai due residenti sono stati riconosciuti una serie di danni provocati dalle notti brave bresciane. Sono stati riconosciuti alcuni danni biologico e patrimoniali.

La condanna

Il giudice del Tribunale civile Chiara D’Ambrosio scrive nella sentenza di condanna ai danni del comune di Brescia, che il quartiere è invaso da rumore prodotto da alcuni gruppi di persone che si stanziano vicino ai plateatici o nei pressi dei locali presenti sul suolo pubblico. Questo è bastato per obbligare il Comune a versare la somma nelle tasche dei “danneggiati”. Si chiede dunque, all’ente proprietario della strada, che provveda in modo repentino ma soprattutto costante al limitare il superamento della soglia del rumore concessa. E’ evidente che ci sia stata una carenza di questo tipo. I responsabili hanno trascurato questo “piccolo dettaglio” che li ha fatti però finire in un processo.

Direttive

Da oggi in poi i responsabili della strada e del quartiere Carmine dovranno porre molta più attenzione sul rumore prodotto dalle masse. E’ stato imposto di adottare le misuree previste per limitare il rumore. Saranno adottare le misure restrittive più idonee al contesto e al problema. Il comune è quindi obbligato a far cessare l’inquinamento acustico nell’immediato. Facendolo rientrare entro la soglia concessa, ovvero quella di tollerabilità.