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Movimento 5 Stelle, è guerra tra i leader: scontro tra Conte e Di Maio

Giuseppe Conte e Luigi Di Maio

Il Movimento 5 Stelle in questo momento è come una nave nel bel mezzo di una tempesta. Ma i pentastellati, a questo punto, sono davvero in crisi?

Il Movimento 5 Stelle, dopo il triplice fischio che ha sancito la fine della partita per il Quirinale, è sempre più scisso. La tensione si percepisce e tra un caposaldo del partito e il nuovo leader vi sono numerose frecciatine che non lasciano spazi ad interpretazioni.

Il Movimento 5 Stelle sempre più nella tempesta

Tutto si può dire ma non che il M5S abbia dimostrato unità e coerenza interna. Il mese di gennaio 2022 per i pentastellati si può definire con un solo aggettivo: caotico. Se la corsa al Quirinale poteva sancire la fine delle turbolenze interne, così non è stato, anzi, ha solo peggiorato la situazione. A dare il cattivo esempio e a scindere il partito in seguaci di Conte e seguaci di Di Maio sono proprio i due “grandi” del movimento: Giuseppe Conte e Luigi Di Maio.

Conte attacca Di Maio…

Tra i due è guerra aperta e il ministro Di Maio è sempre più sotto attacco anche da alcuni dei suoi. Giuseppe Conte inizia il conflitto dicendo: “Belloni? Non la abbiamo eletta per colpa di chi ha manie di protagonismo“. Questo è un chiaro riferimento a Luigi Di Maio, ripreso anche dal suo ex amico e collega Alessandro Di Battista, che dà manforte a Conte e accusa il ministro di pensare più ai propri interessi che a quelli del partito. Giuseppe Conte non ha paura di un faccia a faccia e chiede chiarimenti al ministro.

…e il ministro risponde

Luigi Di Maio, dall’altra parte, aveva proposto Mario Draghi come presidente della Repubblica, spinto da una sua ipotetica “promozione” a Palazzo Chigi. Peccato però che il tentativo di Di Maio sia fallito. Va però detto che il ministro dà il ministro toglie. Luigi Di Maio è tra le personalità più influenti della nostra classe politica e del movimento stesso. Una sua frase, replica a Conte, fa tremare l’avvocato del popolo. “Alcune leadership hanno fallito, hanno alimentato tensioni e divisioni”, dice il ministro. Poi aggiunge: “Nel Movimento 5 Stelle serve aprire una riflessione interna“. Una vera e propria sfida che sembra voler dire “Giuseppe Conte stai attento“.

Attenzione ai nemici esterni

I vari botta e risposta tra Conte e Di Maio non fanno bene al partito e i nemici esterni ne stanno già approfittando. C’è chi parla di un M5S ormai alla frutta, c’è chi dice che i seguaci di Conte erano pronti a fare come nel 2018 e trovare l’accordo con Salvini (all’epoca voluto da Luigi Di Maio). Altri ancora sostengono che il mancato appoggio a Draghi sia una sconfitta personale di Di Maio, che sarebbe per questo un politico ormai finito. Dunque, il M5S, oltre a dover risolvere dei problemi abbastanza grossi interni al partito, deve fare attenzione a chi da fuori ha già affilato la spada e aspetta il momento giusto per infilzare. Diatribe interne ed esterne a parte, il M5S deve inoltre pensare a tutto il lavoro da fare al governo e prepararsi alle elezioni previste per il 2023. I pentastellati dovranno quindi lavorare sodo per risalire la china, visto anche il calo nei sondaggi.