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Dopo la dialisi muore e i parenti distrutti distruggono il reparto del “Cervello”

Cervello

Il cuore non ha retto e dopo la terapia di dialisi a cui era sottoposta una donna 58enne e cardiopatica non ha retto al trattamento ed è morta. Il medico del reparto dell'Ospedale "Cervello" è uscito dalla sala per comunicare il decesso ai parenti presenti in sala, che appena saputa la notizia ...

Il cuore non ha retto e dopo la terapia di dialisi a cui era sottoposta una donna 58enne e cardiopatica non ha retto al trattamento ed è morta.

Il medico del reparto dell’Ospedale “Cervello” è uscito dalla sala per comunicare il decesso ai parenti presenti in sala, che appena saputa la notizia non hanno retto al colpo e hanno iniziato ad inveire prima contro il medico, poi si sono scagliati contro tutto, gettando e rompendo ogni cosa, un reparto distrutto da parenti distrutti dal dolore.

Solo l’intervento della Polizia ha ristabilito l’ordine e ha calmato gli animi delle persone provate da un dolore immenso e inaspettato. La donna infatti in un primo tempo ricoverata al reparto per effettuare la dialisi per correggere gli squilibri alla quale era soggetta, ha avuto una crisi cardiaca ed è stata subito portata al reparto di cardiologia, dove, assistita rapidamente le è stato predisposto un pacemaker, continuando ad essere sempre seguita dallo staff del Presidio Ospedaliero Cervello.

Purtroppo la situazione si è aggravata e se pur con tutta l’assistenza e professionalità presente in reparto la donna è morta.

Le ire dei parenti non si sono fatte sentire solo in reparto, infatti è seguita una una denuncia nei confronti dei medici del reparto che a loro volta hanno denunciato le persone presenti per danneggiamento. La polizia ha raccolto le denunce in attesa di accertamenti che stabiliranno la causa del decesso.

Purtroppo non è il primo caso di morte dopo una cura di dialisi, ricordiamo nel 2016 il caso di Teresa Ottaviano, la 65enne di Montazzoli (Chieti) che terminata la dialisi, al rientro a casa ha perso i sensi e reclinando il capo è morta. Il caso è arrivato in Parlamento per capire, in quel caso se i problemi logistici avessero in qualche modo influenzato la salute della donna.

Un altro caso emblematico, a Ravenna, due anni fa una donna 73enne è morta durante l’intervento di dialisi, in quel caso si parlò di errore nell’inserimento del catetere.

A Torino, nel 2000 i familiari chiesero giustizia per la donna morta in seguito ad errore atroce e mortale commesso in reparto. Il sangue pulito dal rene non rientrava più nelle vene ma finiva nei polmoni, un errore tragico che ha portato la donna prima a svenire e dopo un giorno di agonia a morire come un fiore appassito. Purtroppo, fatti simili a quello di Palermo sono accaduti negli anni ed è giusto accertarne le responsabilità, ma forse bisognerebbe anche pensare di inserire in organico ospedaliero più professionalità pronte ad aiutare e sorreggere chi in vita resta ed è disperato.