Serena D’Amico aveva solo 13 anni la notte del 24 agosto 2016, quando un violento terremoto ha fatto tremare Amatrice. Si trovava a casa della nonna, con la quale trascorreva tutte le estati da quando i genitori si sono separati. Lei si salvò ma la donna perse la vita nel crollo, schiacciata dalle macerie del palazzo, e da allora Serena non è più riuscita a parlare. Fino a quando, il 6 dicembre 2017, ha rivissuto quella drammatica notte in un tema scolastico e da allora è tornata a comunicare.
Il tema in classe
A riferire la vicenda è Maria Flavia Perotti, professoressa di italiano, storia e geografia al liceo classico “Varrone” di Rieti, dove Serena studia. La docente ha spiegato che per più di un anno la ragazza ha avuto difficoltà non solo a raccontare del terremoto ma anche a sentirne parlare. Durante l’ora di geografia, il sisma era parte del programma. “Quando intuiva che potessi parlare dell’argomento, Serena si alzava e senza dire nulla usciva dalla classe. Non ho mai provato a fermarla”, ha raccontato la Perotti.
Ma quando l’insegnante ha assegnato un tema in classe su un argomento a piacere, Serena ha scelto di parlare proprio di quella notte. “Il 24 agosto è un giorno che ricorderò per il resto della mia vita”, scrive la ragazza. Un giorno a cui la sua mente torna sempre, perché rievocato da “un oggetto che ho davanti, o magari una persona”. Un pensiero speciale va a sua nonna, descritta affettuosamente come “una persona forte che si è sempre sacrificata per il bene della famiglia: per me è una seconda mamma”. L’utilizzo di usare i verbi al presente non è casuale, puntualizza Serena, “perché lei non merita di essere ricordata al passato“.