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Napoli, donna ucraina bruciata viva dal compagno: l'amica salva la figlia

Uccisa

Anastasia Bondarenko, 22 anni, è stata bruciata viva dal compagno che voleva lasciare. L'amica è riuscita a salvare la figlia, di soli 5 anni.

Anastasiia Bondarenko, 22 anni, è stata bruciata viva dal compagno che voleva lasciare. L’amica è riuscita a salvare la figlia, di soli 5 anni. 

Napoli, donna ucraina bruciata viva dal compagno: l’amica salva la figlia 

Per il gip di Nola, Sebastiano Napolitano, la gelosia, che spesso viene impropriamente usata come movente nei femminicidi, vale un’aggravante all’accusa di omicidio per Dmytro Trembach, di 26 anni. Il giovane si trova in carcere a Napoli dal 17 marzo, con l’accusa di aver ucciso la compagna Anastasiia Bondarenko, di 22 anni, ucraina come lui e fuggita dalla guerra. La ragazza era mamma di una bambina di 5 anni, che è stata salvata per miracolo da un’amica della donna, una vicina di casa russa. Anastasiia è morta bruciata e l’incendio è stato appiccato dal compagno, che lei voleva lasciare. Un pretesto “così lieve, banale e sproporzionato rispetto alla gravità del reato, un mero pretesto per lo sfogo di un impulso criminale” ha scritto il gip nella convalida del fermo.

La storia di Anastasiia 

La storia di Anastasiia è molto triste ed è finista in borgo Sant’Antonio Abate a Napoli, in un appartamento in cui mamma e figlia vivevano con altri immigrati. La giovane era già venuta in Italia lo scorso settembre, da sola, per cercare un lavoro, affidando la piccola ai nonni. Il lavoro non lo ha trovato, così a novembre è tornata in Ucraina. Ad inizio marzo è scappata con la figlia dalla guerra, tornando a Napoli, nella stessa casa. Questa volta c’è anche Dmytro Trembach, con il vizio dell’alcol, definito dal padre come “un ragazzo con un carattere freddo, superficiale e menefreghista“. La loro relazione non funziona, perché Dmytro è violento e le liti sono quotidiane. Una settimana fa ha realizzato il piano che aveva pensato per eliminarla. A casa erano presenti solo Anastasiia e la bambina. La donna è andata a fare una doccia. Dmytro ha posizionato dietro al frigorifero mensole e cassetti recuperati in un’altra stanza, ha impregnato un tappetino di liquido infiammabile e ha appiccato il fuoco. Anastasiia è rimasta intrappolata nel bagno ed è morta carbonizzata. 

La figlia di 5 anni è stata salvata dall’amica russa

Dmytro è uscito dall’appartamento, lasciando la bambina di 5 anni, terrorizzata. A metterla al sicuro e salvarle la vita è stata la vicina di casa russa, amica della donna, Oleva Donchack. “Mi diceva salva mia mamma. Io le chiedevo nella sua lingua cosa stesse succedendo, e lei continuava più volte a urlare corri, corri, salva mia mamma” ha dichiarato. Nel primo sopralluogo sembrava che le fiamme fossero dovute ad un corto circuito ma la verità è emersa dai messaggi che il ragazzo ha mandato alla mamma della vittima. “Io ho bruciato Anastasiia. Puoi comprare i fiori per il funerale” le ha scritto. Erano giorni che lanciava strani segnali, particolarmente inquietanti. L’11 marzo la madre della ragazza era andata dai Carabinieri per mostrare i messaggi pieni di minacce dell’uomo. L’uomo è stato fermato mentre era in macchina e ha cercato di sviare le indagini. 

Il racconto della bambina

Tra le varie deposizioni, quella più importante e decisiva è stata data dalla bambina di 5 anni sopravvissuta all’incendio. Agli inquirenti ha raccontato che Dmytro aveva litigato con la mamma e le aveva detto “brutte parole“. Quando le fiamme sono divampate è rimasto “indifferente” e non avrebbe soccorso né lei né la donna. “Non mi ha aiutato, gli ho chiesto le chiavi e non me le ha date. Ma io sono riuscita a scappare. Sono stata furba” ha dichiarato la piccola. “Anastasiia era fuggita dalla guerra e aveva raggiunto con la sua bambina il suo concittadino in Italia con cui progettava un nuova vita” ha scritto il gip.