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È una vera e propria bufera mediatica, che sta letteralmente scatenando l’opinione pubblica, quella che riguarda un annuncio di lavoro pubblicato da un’azienda di Napoli, che è stato giudicato “discriminatorio” e che costerà all’società il pagamento di una sanzione di ben 10mila euro.
Napoli, azienda dovrà pagare una multa da 10mila euro
Su decisione dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro di Napoli, un’azienda del capoluogo della Campania, che si occupa di servizi integrati alle aziende, in materia di portierato, custodia, reception e vigilanza priva di armi, dovrà pagare una sanzione di 10mila euro per aver pubblicato un annuncio di lavoro che è stato giudicato discriminatorio.
La multa, fa sapere l’Ispettorato del Lavoro, sarà ridotta ad un terzo se pagata immediatamente.
Il contenuto dell’annuncio “incriminato”, che è costato una sanzione all’azienda di Napoli
L’annuncio di lavoro che costerà caro all’azienda di Napoli in termini economici è stato pubblicato nella giornata di martedì 25 gennaio 2022, all’interno di un portale per la ricerca del lavoro.
Ecco il comunicato dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro di Napoli riguardo il contenuto dell’annuncio incriminato, sessista e discriminatorio:
“Martedì 25 gennaio una società di Napoli ha pubblicato sul web un annuncio di ricerca di personale rivolto esclusivamente a candidate di sesso femminile, contenente la richiesta di bella presenza e l’invio di una foto a figura intera in costume da bagno o similare”.
Napoli, rimosso e riformulato l’annuncio di lavoro discriminatorio
Grazie al lavoro dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro di Napoli, l’annuncio di lavoro per la ricerca di Receptionist, giudicato discriminatorio nei confronti delle donne e non rispettoso della normativa vigente nell’ambito delle pari opportunità, è stato rimosso.
L’azienda ha poi pubblicato nuovamente l’annuncio, questa volta adeguandosi alle normative e rispettando tutti i criteri vigenti.
Nonostante, secondo quanto riferito dall’Inl, l’amministratore dell’azienda abbia ammesso e riconosciuto l’errore compiuto, resta comunque da pagare la sanzione che è stata emessa dall’Ispettorato nei confronti della società, che ricordiamo è relativa alla violazione del divieto di discrimimazione nell’accesso al lavoro (art. 27 del D. Lgs. 198 del 2006 – Codice delle pari opportunità).