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Napoli, rapinatori morti in strada: vittima indagata per omicidio volontario

Omicidio

Procedono le indagini sulla morte dei due rapinatori morti in strada a Napoli: la vittima del furto è indagata per omicidio volontario.

Nel Napoletano, gli inquirenti continuano a indagare sul duplice omicidio avvenuto nella serata di venerdì 26 marzo, causato da una rapina poi degenerata in tragedia.

Napoli, rapinatori morti in strada: il racconto della vittima

Il duplice omicidio segnalato a Marano, in provincia di Napoli, ha coinvolto due uomini i cui corpi senza vita sono stati rinvenuti in strada. I soggetti sono stati identificati come Domenico Romano, 39 anni, e Ciro Chirollo, 29 anni, entrambi pregiudicati originari di Sant’Antimo e autori della rapina perpetrata ai danni del 25enne Giuseppe Greco.

In seguito al verificarsi della vicenda, la vittima dei rapinatori si è recata in caserma, nella notte tra venerdì 26 e sabato 27 marzo, e ha sostenuto un interrogatorio della durata complessiva di circa otto ore, in occasione del quale ha risposto alle domande del pm.

Il giovane, attualmente indagato per omicidio volontario, ha spiegato di essere stato assalito da due rapinatori che si trovavano a bordo di uno scooter e ha fornito la propria versione dei fatti, affermando però di non essere a conoscenza di cosa sia avvenuto dopo la sua fuga e di cosa, quindi, abbia causato la morte degli uomini.

In merito all’aggressione, Giuseppe Greco ha raccontato di essere stato derubato della sua Smart e del suo Rolex, beni che gli sarebbero stati sottratti dopo essere stato minacciato con una pistola.

La testimonianza del 25enne vittima di rapina è stata commentata dal legale del giovane, Domenico Della Gatta, che ha dichiarato: “All’esito dell’interrogatorio, il mio assistito ha escluso di essere stato lui a investire i due rapinatori proprio perché il gruppo, composto probabilmente da più persone, si è impossessato anche della sua vettura”.

La prima ricostruzione effettuata dagli inquirenti

I primi ad aver raggiunto la scena del crimine sono stati gli agenti impiegati presso la Polizia Municipale che hanno, poi, allertato anche i carabinieri. Il ritrovamento dei due cadaveri ha spinto le forze dell’ordine a procedere alacremente nella raccolta dei rilievi effettuati da parte della Scientifica. Al contempo, è stata avviata la ricerca di immagini inerenti al caso nei sistemi di videosorveglianza installati nei paraggi del luogo del delitto.

Nonostante in prossimità dell’area in cui si sono sviluppati i fatti non siano presenti telecamere pubbliche, la ricerca di immagini ha condotto ad alcuni filmati registrati da telecamere private.

Gli inquirenti stanno analizzando i video rintracciati, al fine di confermare o smentire le supposizioni sinora elaborate.

Sulla base delle prime ricostruzioni ipotizzate, infatti, gli investigatori suppongono che la Smart abbia travolto lo scooter per sfuggire ai ladri. In questo frangente, si sarebbe verificata la dispersione di svariate componenti appartenenti ai due veicoli. Dopo l’impatto, poi, la Smart avrebbe investito i corpi dei malintenzionati, in modo volontario o accidentale. A questo proposito, i segni rinvenuti sui cadaveri non sono riconducibili a colpi di arma da fuoco ma a politraumi. Peraltro, una simile tesi, sostenuta dagli inquirenti, sembra essere avvalorata anche da alcune delle testimonianze sinora raccolte.