Santa Flavia (Palermo), 27 ago. (Adnkronos) – (dall'inviata Elvira Terranova) – Piange, James Cutfield. Piange a dirotto davanti al pm Raffaele Cammarano, che lo deve interrogare. Ma il comandante sceglie il silenzio. Non parla, il capitano del veliero che si è inabissato una settimana fa davanti alle acque di Porticello (Palermo). Per il primo interrogatorio da indagato, Cutfield, arrivato zoppicando appoggiato a una stampella e con un cappellino in testa, si trincera dietro il silenzio. Assistito dai suoi due legali, gli avvocati Giovanni Rizzuti, del Foro di Palermo, e Aldo Mordiglia, del Foro di Genova, il comandante del Bayesian, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Una mossa studiata a tavolino dal suo team di legali, in attesa di conoscere gli atti a suo carico. Cutfield è indagato per naufragio colposo e omicidio plurimo colposo. A spiegare il motivo del suo silenzio, è l'avvocato Rizzuti, all'uscita dall'Hotel Domina Zagarella, dove si è tenuto l'interrogatorio, durato poco meno di un'ora per le questioni burocratiche e le traduzioni.
"Il capitano Cutfield si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti ai pm per due fondamentali ragioni – spiega Rizzuti, lasciando l'albergo a bordo della sua auto – Intanto perché, come è agevole comprendere, è davvero molto provato. La seconda ragione è che noi siamo stati nominati appena ieri e per articolare una linea difensiva compiuta, completa e corretta, abbiamo bisogno di acquisire una serie di dati di cui allo stato non disponiamo". Insomma, prima di parlare con la Procura Cutfield vuole conoscere quali sono esattamente le accuse a suo carico. Secondo la magistratura, il comandante neozelandese avrebbe fatto una serie di errori che sono risultati fatali, la notte che una tempesta si è abbattuta su Porticello. Una scelta "tecnica", come spiega lo stesso penalista palermitano Rizzuti, quella di non parlare con i magistrati.
Cutfield lascia il centro congressi dell'albergo, dove si è tenuto l'interrogatorio, protetto da una donna, la moglie arrivata dalla Spagna, che quando vede le telecamere prova a proteggerlo. Cutfield, come apprende l'Adnkronos, non ha alcun obbligo, fino a questo momento, di restare in Italia. Dunque, potrebbe lasciare presto il paese per tornare co la moglie in Spagna, dove ha la residenza.
Una inchiesta che, a quanto si apprende, si sta allargando al resto dell'equipaggio del veliero. Il primo che potrebbe finire nel registro degli indagati insieme al comandante Cutfield è il primo ufficiale Tijs Koopman. Le nuove iscrizioni sarebbero un atto dovuto, per dare agli indagati la possibilità di nominare consulenti e periti per partecipare agli atti irrepetibili, a partire dalle autopsie delle sette vittime: sei passeggeri, tra cui il tycoon Mike Lynch e la figlia Hannah di 18 anni, e il cuoco Thomas Recaldo, 59 anni di Antigua, unico membro dello staff che non ce l'ha fatta. Quindici, invece, i sopravvissuti: nove membri dell'equipaggio, su dieci, e sei passeggeri, tra cui Angela Barcares, moglie del magnate britannico morto con la figlia e titolare della società cui sarebbe intestata la barca di lusso affondata.
Intanto, terminate le operazioni SAR a seguito del naufragio dello yacht Bayesian, la Guardia Costiera sta conducendo un'attività di monitoraggio ambientale sul luogo dell'affondamento, per scongiurare eventuali fuoriuscite di idrocarburi provenienti dallo scafo. Le operazioni, afferma la stessa Guardia Costiera, vengono svolte con l'impiego di mezzi navali della Capitaneria di porto e mediante prelievi di campioni effettuati sulla colonna d'acqua in prossimità del relitto dai sommozzatori dei Nuclei Subacquei Guardia Costiera di Napoli e Messina, con l'ausilio di un veicolo subacqueo a controllo remoto (ROV – Remotely Operated Vehicle) e l'impiego di specifiche sonde parametriche per l'analisi ed il monitoraggio qualitativo delle acque, in collaborazione con il personale dell'Arpa Sicilia. Al momento non si registrano perdite dai serbatoi e non risultano tracce di inquinamento da idrocarburi.
L'inchiesta della Procura prosegue a ritmo accelerato. Già domani dovrebbero essere conferiti gli incarichi per eseguire le autopsie sui sette corpi, ancore nelle celle frigorifere del cimitero dei Rotoli e dell'Istituto di Medicina legale del Policlinico di Palermo.
Secondo quanto si apprende, il ritardo sarebbe dovuto alla consegne nelle notifiche alle parti offese, cioè alle famiglie delle vittime, perché vanno prima tradotte in inglese. ma già domani o al massimo giovedì dovrebbero iniziare gli esami autoptici sui corpi senza vita recuperati solo dopo alcuni giorni dal naufragio grazie ai sommozzatori dei Vigili del fuoco e della Guardia costiera.