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Ndrangheta, arrestato il boss Pelle, latitante dal 2016

polizia

Colpo duro alla 'Ndrangheta calabrese: è stato arrestato Giuseppe Pelle considerato uno dei capi strategici dell'organizzazione mafiosa

Nella notte tra il 5 e il 6 Aprile è stato arrestato a Condofuri il boss Pelle, latitante da 2 anni. L’uomo è un personaggio di spicco della criminalità organizzata calabrese.

il blizt

L’operazione si è svolta in provincia di Reggio Calabria, nel piccolo paese di Condofuri. Gli agenti della polizia sono riusciti a trovare l’uomo che si nascondeva in una casa isolata, in una zona difficile da raggiungere, collocata alle porte del piccolo paese calabrese. Il blizt è stato condotto da 50 uomini della squadra mobile di Reggio Calabria e dal servizio centrale operativo della Polizia, diretto dalla Dda reggina.

Giuseppe Pelle si trovava nell’abitazione insieme ad altre persone; nessuno dei presenti però ha opposto resistenza all’operazione delle forze dell’ordine. Gli agenti hanno faticato prima di raggiungere il nascondiglio del boss: la casa infatti si trova nell’entroterra e in una zona impervia.

Il boss era latitante del 2016 ed è considerato dagli inquirenti un uomo chiave delle cosche di San Luca e della Provincia, insomma, uno dei massimi esponenti della ‘Ndrangheta. Ora Pelle dovrà tornare in carcere, per completare la pena: gli restano da scontare 2 anni, 5 mesi e 20 giorni per associazione mafiosa e tentata estorsione.

Giuseppe Pelle

La vita criminale

Giuseppe Pelle è nato a San Luca, in Calabria. Egli è figlio di Antonio Pelle, boss mafioso conosciuto con il nome di Ntoni Gambazza, uno dei più influenti padrini della mafia calabrese. Anche il fratello maggiore di Antonio, Salvatore Pelle è coinvolto in attività criminali. Salvatore è stato arrestato nel 2007 ed era ricercato dal 1991; al momento dell’arresto del fratello, Giuseppe ha preso il controllo delle attività illecite.

Sulle vicende della famiglia Pelle e, in particolare sul padre Antonio è stato scritto anche un libro che racconta tutte le vicende di una delle più importanti famiglia di ‘Ndrangheta. Ricordiamo infatti le parole con cui, Nicola Gratteri, procuratore aggiunto di Reggio Calabria, parlò di Antonio: “uno che potremmo paragonare a uno sorta di Presidente della Repubblica delle cosche.” Parole forti che dimostrano come la mafia calabrese sia cresciuta sempre di più negli anni, conquistando un potere incalcolabile. L’attività illecita si è mossa nell’ombra, conquistando passo dopo passo, sempre più importanza. L’Ndrangheta ha contatti criminali con i trafficanti di sostanza stupefacenti in Sud America: la droga arriva in Italia da Colombia, Brasile e approda al porto di Gioia Tauro, vero centro di raccolta della merce, pronta poi a partire per tutta l’Europa. Ma non solo in Sud America, le cosiddette “‘ndrine” sono le aggregazioni criminali della mafia calabrese che operano ormai in tutto il mondo. Polonia, Romania Russia sono diventati centri strategici per stabilire strutture attive nel traffico di armi, autovetture e effettuare investimenti con soldi provenienti da attività illecite. Centrali anche i contatti e le infiltrazioni dell’ ‘Ndrangheta nel Nord Italia, in particolare in Lombardia