> > 'Ndrangheta, confiscati dalla Dda di Reggio Calabria beni per 25 milioni di euro

'Ndrangheta, confiscati dalla Dda di Reggio Calabria beni per 25 milioni di euro

'ndrangheta

La Dda di Reggio Calabria ha sequestrato 25 milioni di beni all'ndrangheta. Arrestate anche 48 persone per infiltrazioni in appalti per opere pubbliche.

‘Ndrangheta calabrese subisce un duro colpo. Grazie ad un blitz effettuato all’alba sono stati sequestrati beni per un valore di circa 25 milioni di euro. L’operazione è stata condotta e coordinata dalla Dda di Reggio Calabria e prende il nome di Tamarrara – Closed. Eseguiti anche 48 provvedimenti di custodia cautelare che hanno portato all’arresto di 44 persone e ai domiciliari di altre 4. Numerose le perquisizioni svolte da carabinieri, polizia e guardia di finanza. Tra le accuse rivolte alle persone in manette ci sono: trasferimento fraudolento di valori, associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, procurata inosservanza di pena e porto illegale di armi. L’aggravante è quello di ricorso al metodo mafioso utilizzato tipicamente dall’Ndrangheta. I particolari dell’operazione verranno resi noti in una conferenza che si svolgerà a partire dalle 11:00 presso la sala stampa della Procura di Reggio Calabria.

‘Ndrangheta, Calabria

44 persone in manette e 4 agli arresti domiciliari e beni per oltre 25 milioni di euro. E’ questo il bilancio della maxi operazione condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Le perquisizioni e gli arresti sono stati svolti dopo oltre quattro anni di indagini. In un arco di tempo compreso tra il 2012 e il 2016, carabinieri, guardia di finanza e polizia hanno svolto diverse indagini. L’obiettivo è stato quello di tracciare una linea circa il modus operandi delle cosche Avignone, Viola, Zagari e Fazzalari. Svelate delle affiliazioni tra queste quattro cosche e i gruppi Sposato – Tallarida e Maio – Cianci. Entrambe le organizzazioni operavano nella zona di Taurianova. Arrestati anche i soggetti ritenuti responsabili di aver favorito la latitanza ventennale del boss Ernesto Fazzolari.

Comune di Taurianova

L’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria ha rivelato che cosche dell’ndrangheta si erano infiltrate negli appalti per le opere pubbliche del Comune di Taurianova. L’operazione, che ha condotto a 48 arresti e confische per oltre 25 milioni di euro, prende il nome di Terramara – Closed.
Dall’inchiesta che ha portato ai 48 arresti è emerso che le cosche della ‘Ndrangheta si erano infiltrate nel Comune di Taurianova negli appalti per le opere pubbliche. Le accuse non sono rivolte all’amministrazione in carica. Eletta due anni fa, l’attuale amministrazione è subentrata ad un commissario prefettizio seguito al terzo scioglimento dell’Ente.

Arresti a Taurianova

Tra le persone attestate ci sono anche l’ex primo cittadino del comune di Taurianova Domenico Romeo e l’assessore comunale della sua amministrazione Francesco Sposato. Nel fascicolo redatto da polizia e carabinieri di Reggio Calabria, sono state documentate intimidazioni ed estorsioni in campo edile e alimentale. Appurato anche un forte controllo delle intermediazioni immobiliari, delle energie rinnovabili e delle produzioni serricole. Individuati anche le persone responsabili di aver coperto e protetto il boss Ernesto Fazzolari. Il capomafia, esponente di spicco dell’omonima organizzazione criminale, era stato arrestato dai carabinieri il 26 giugno 2016. La sua è stata una latitanza durata oltre vent’anni.