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Negozi chiusi di domenica: quanto potrebbe costare

Negozi chiusi di domenica

Secondo i rappresentanti di Federdistribuzione, si rischia di perdere fino a 40mila posti di lavoro e il 10% del fatturato.

La proposta di revisione della liberalizzazione sulle aperture dei negozi di domenica è arrivata da Barbara Saltamartini. La deputata della Lega chiede di fare un passo indietro sulla legge voluta dal governo Monti. Il fine è quello di restituire “ai cittadini e alle famiglie una dimensione socio-economica più a misura d’uomo, riscoprendo il gusto della domenica e delle festività“, spiega il capogruppo leghista alla Commissione attività produttive, Giorgia Andreuzza. Ma non tutti gli esperti del settore sono d’accordo con il governo.

A favore: Confcommercio

La Federazione italiana dettaglianti dell’alimentazione (Fida) di Confcommercio si è detta a favore della chiusura domenicale dei negozi. “La totale deregolamentazione ci ha sempre trovati contrari“, spiega la presidente Donatella Prampolini, “perché non garantisce il mantenimento della pluralità commerciale, creando di fatto una disparità a favore delle grandi superfici, che possono utilizzare la turnazione del personale”.

Contro: la grande distribuzione

Nessuna sorpresa, dunque, se contro la proposta della Saltamarini si schierano proprio i rappresentanti della grande distribuzione. “La domenica è diventato il secondo giorno di incassi settimanale e noi registriamo 12 milioni di presenze nei nostri negozi”, dichiara Claudio Gardara, presidente di Federdistribuzione. La chiusura domenicale potrebbe dunque portare, secondo l’associazione, alla perdita di 30-40mila posti di lavoro. Ai piccoli commercianti di Confcommercio rispondono che solo 1.9% dei negozi di piccole-medie dimensioni ha dovuto chiudere a causa della liberalizzazione di Monti: cifre inferiori a quelle che si rischia di raggiungere adesso. Federdistribuzione prevede anche di un “calo dei consumi“. Un rischio da non sottovalutare dal momento che il settore sta attraversando una fase difficile: “Le vendite al dettaglio misurate dall’Istat per i primi 5 mesi del 2018 sono in calo del -0.2%”.

Anche i rappresentanti di Confimprese, dalle pagine del Sole 24 Ore, avvertono che la chiusura porterebbe a una contrazione del fatturato del 10%. Secondo Francesco Pugliese, ad di Conad, questo significherebbe 40-50mila posti di lavoro in meno.

Le vendite online

L’unico settore a beneficiare davvero della chiusura domenicale sarebbe quello degli acquisti online. L’e-commerce è anche l’unica modalità di vendita che ha registrato una notevole crescita del fatturato. I dati Istat parlano di +13.6% da luglio 2017 a luglio 2018.