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Nelle Marche le donne non possono più abortire, troppi medici dicono di no

Il fenomeno dell'obiezione di coscienza medica sulle gravidanze nelle Marche è massivo

Dopo il reset di ulteriori due convenzioni per interrompere la gravidanza nelle Marche le donne ormai non possono più abortire

Un fenomeno che è tanto massivo da rischiare di mettere a pregiudizio una legge di civiltà, nelle Marche ormai le donne “non possono più abortire” perché ci sono di fatto troppi medici che dicono di no per obiezione di coscienza. Il movimento transfemminista “Non una di meno” scende perciò in piazza per rivendicare un diritto che la regione ormai mortifica fattualmente.

Nelle Marche le donne non possono più abortire

Da quanto si apprende infatti nelle Marche l’obiezione di coscienza ha raggiunto numeri preoccupanti. Il dato è che lì le donne incontrano una totale chiusura da parte del personale sanitario. Ecco perché Non Una di Meno è sceso in piazza per rivendicare “l’aborto libero, gratuito e sicuro”. Lo slogan con cui la manifestazione si è svolta è stato: “Interruzione volontaria di patriarcato”, il tutto con oltre 10mila persone a partecipare. E Marte Manca, attivista marchigiana, ha spiegato: “Non c’è più tempo ed è assolutamente urgente puntare l’attenzione sull’emergenza strutturale sanitaria. Le Marche hanno raggiunto in soli due anni l’81% di obiettori, è un numero spaventoso”.

Due convenzioni terminate in soli due mesi

Tra febbraio e marzo nelle Marche erano cessate due convenzioni, ad Ascoli e Ancona, che permettevano di garantire un servizio minimo per l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza. E Marte denuncia dalle pagine di Fanpage: “Sono saliti a tre (su undici) gli ospedali con obiezione di struttura, ossia dov’è impossibile abortire: sono sempre più le donne costrette ad andare fuori regione, a loro spese e sovraccaricando le altre strutture”. E in chiosa: “Siamo scese apposta in macchina da Bologna, perché oggi avviene qua, ma domani? È un problema comune di tutte e non lasceremo indietro nessuna”.