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Neve (Aulab): la formazione anticipi le trasformazioni del lavoro

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Milano, 31 gen. (askanews) - Nel contesto di una fase economica di estrema volatilità il mondo del lavoro deve fare i conti con profondi cambiamenti sia organizzativi sia - e anzi soprattutto - riguardo le competenze da ricercare e impiegare. Secondo una recente analisi della Fondazione Studi ...

Milano, 31 gen. (askanews) – Nel contesto di una fase economica di estrema volatilità il mondo del lavoro deve fare i conti con profondi cambiamenti sia organizzativi sia – e anzi soprattutto – riguardo le competenze da ricercare e impiegare.

Secondo una recente analisi della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro – “Italiani e lavoro nell’anno della transizione – 2022” – entro il 2025 il 50 per cento dei lavoratori avrà bisogno di intraprendere un percorso di reskilling: ovvero dovrà apprendere nuove competenze e implementare quelle già acquisite.

La formazione si riafferma insomma come risorsa indispensabile per affermare o consolidare il proprio valore sul mercato del lavoro.

Ma anch’essa deve trovare nuove formule per rispondere in modo efficace alle domande poste dal contesto produttivo. “Anche la formazione si deve adeguare a quelli che sono i cambiamenti in corso, anche sulle richieste delle figure – conferma Davide Neve, ceo e fondatore di Aulab, la prima Coding Factory Italiana, attiva dal 2014 nell’ambito della formazione e dello sviluppo software – I lavori più richiesti nel 2020 non esistevano cinque anni prima. Quindi anche la formazione si deve adeguare e andare alla stessa velocità del mercato del lavoro. Chiaramente la formazione classica, scolastica, non permette di mantenere questo passo perché per riformare i programmi ci vuole molto tempo”.

In questo scenario si inserisce Aulab, la prima Coding Factory italiana specializzata in corsi di sviluppo web, recentemente acquisita dal gruppo Multiversity. Nata nel 2014 Aulab, che ha sede a Bari, ha sviluppato il corso Hackademy, che permette di acquisire, in soli 3 mesi, le competenze di base dell’ambito tech, anticipando e applicando in modo pragmatico le diverse e più efficienti tendenze in atto nel mondo della formazione. “Siamo partiti dalle lezioni in presenza, poi abbiamo ibridato la formazione; poi passati alla formazione on line, e adesso stiamo sperimentando quella che è una formazione ‘blended’, ovvero che unisce la formazione on line sincrona con una formazione asincrona – prosegue Neve – Quindi da un lato abbiamo quelli che sono i corsi on demand che permettono agli studenti di formarsi seguendo i propri ritmi. Dall’altro lato integriamo una formazione che è comunque sincrona che permette agli stessi studenti di relazionarsi con un docente. La relazione è infatti un elemento essenziale per evitare che ci siano tassi di abbandono molto alti, come accade nella sola formazione on demand”.

Aulab ha formato ad oggi circa 10 mila persone nell’ambito tech, ma che provenivano dai più diversi settori – in prevalenza abbigliamento, artigianato, ristorazione – con un tasso di impiego a fine formazione di ben il 95%. “In questo momento le figure professionali che escono dai nostri corsi sono quelle di sviluppatori software full stack, junior, e abbastanza duttili per essere impiegati in qualsiasi azienda. E l’alto tasso di impiego è anche dovuto alla richiesta altissima di queste figure, si parla di oltre 100 mila risorse da impiegare in Italia nei prossimi anni. Quindi andiamo incontro a queste esigenze”.

Con l’ingresso nel gruppo Multiversity, Aulab punta a formare nel 2023 5.000 persone, primo passo verso l’obiettivo di 100mila studenti formati in un anno.