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Niccolò e Giorgio, gli sposi gay più giovani d'Italia: 'Ma noi ci amiamo'

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Niccolò e Giorgio, gli sposi gay più giovani d'Italia: "Troppo presto per questo passo? Ma noi ci amiamo"

Questo matrimonio s’ha da fare? Evidentemente sì, così la pensano, infatti, Niccolò e Giorgio: sono giovanissimi, si amano e hanno deciso di coronare il loro sogno d’amore. Potevano aspettare? E perchè, dicono, se sono tanto innamorati l’uno dell’altro? La loro relazione è forte, ma lo è ancora di più, molto di più, la convinzione che era giusto sposarsi.

I due ragazzi hanno compiuto da poco 22 e 19 anni: sabato scorso, il 7 ottobre, giovani e innamorati, sono riusciti a coronare il loro sogno d’amore. Così, senza pensarci troppo, nonostante la loro giovanissima età, Niccolò e Giorgio hanno festeggiato il loro matrimonio o, meglio, hanno celebrato a Torino la loro unione civile.

“Viviamo insieme da 4 mesi, abbiamo solo preso atto di una realtà”, queste le parole dei ragazzi, che per come pensano e per ciò che dicono non sembrano affatto aver compiuto, chi più e chi meno, da poco tempo la maggiore età. Hanno deciso di ufficializzare così la loro relazione, in un modo che a molti ragazzi giovani come loro, della stessa età, potrebbbe sembrare vetusta sì, ma anche molto romantica.

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Il matrimonio di Niccolò e Giorgio

I due ragazzi hanno rilasciato un’intervista molto significativa a Repubblica. Hanno deciso di aprire i loro cuori e di raccontarsi, di spiegare, a chi lo chiedeva loro, perché hanno scelto di sposarsi. In un perioso in cui il matrimonio ha una durata sempre inferiore alle tante aspettative, in tempi in cui oramai si sceglie sempre più spesso la convivenza, Niccolò e Giorgio hanno deciso di fare le cose sul serio.

La prima domanda è stata assolutamente d’obbligo, ed era difficile non farla. Quando il giornalista ha chiesto loro di spiegare le loro sensazioni, come si sentissero in quel momento, se fossero emozionati nel compiere un tale passo, la risposta non si è fatta attendere ed è stata, se possibile, abbastanza attesa: “Ci sentiamo come il giorno prima, come se nulla fosse cambiato. Viviamo assieme da quattro mesi, eravamo sempre assieme prima, come una famiglia, e continuiamo ad esserlo.”.

Tra le domande a seguire, ne spicca una che forse è quella che avrebbero voluto fare in molti ai due ragazzi. Il giornalista, infatti, chiede loro come hanno maturato l’idea di unirsi civilmente, e se qualcuno ha avuto da ridire su tale scelta. Prontissima la loro risposta: “Nessuno di noi due ha un’idea sacrale del matrimonio. È stato come prendere atto di una realtà che già esisteva. E dire allo Stato: noi stiamo assieme, ora vogliamo che tutti lo riconoscano. All’inizio anche i nostri testimoni erano perplessi. Ci domandavano: ‘Ma non siete troppo giovani per sposarvi?’. Erano scettici per l’età, certo. Ma anche perché quando abbiamo cominciato a parlarne non avevamo un lavoro e una casa. Ora anche loro hanno capito che siamo maturi, ci amiamo e che prima o poi avremmo fatto questo passo.”.

La domanda successiva, quindi, sorge assolutamente spontanea. Viene chiesto loro perchè, visto che c’erano dubbi e incertezze rispetto non al loro sentimento, ma a questioni pratiche e logistiche, perché non aspettare? Ecco cosa hanno detto i ragazzi: “Avevamo organizzato tutto per il 2018, ma a maggio abbiamo deciso di anticipare. Era l’unico modo per non separarci. Niccolò è arrivato a Torino quattro anni fa per studiare illustrazione allo Ieed. Il suo permesso di soggiorno era in scadenza, e sarebbe dovuto tornare in Cina e ricominciare daccapo tutta la trafila. Ora siamo più tranquilli.”.

Un matrimonio di convenienza, quindi? Assolutamente no, loro si amano!