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Morte Nicolina. Selvaggia Lucarelli: "L’umanità mi fa più orrore del solito"

Selvaggia Lucarelli

Dopo la morte di Nicolina in molti hanno criticato i post della madre su Facebook. Selvaggia Lucarelli è stata fra i critici più duri.

La morte di Nicolina

Tra le tante notizie di donne maltrattate, che purtroppo hanno invaso i giornali in questi ultimi giorni, la morte della giovane Nicolina ha attratto attenzioni sia negative che positive. Nicolina Pacini aveva 15 anni e viveva a Ischitella. Una mattina, mentre stava andando a scuola, viene sparata in pieno viso dall’ex compagno di sua madre, Antonio Di Paolo, che poco dopo il folle gesto si suicida. La storia di Nicolina ha ovviamente addolorato tutti, ma molti si sono innervositi dall’atteggiamento della madre, Donatella Rago. La donna, mentre la figlia era ancora in coma e poi quando è morta, continuava a scrivere stati su Facebook, che molti hanno trovato sconvenienti in quel momento. Fra i detrattori di Donatella c’è anche la blogger Selvaggia Lucarelli.

La bacheca Facebook di Donatella

Sulla bacheca Facebook di Donatella Rago in questi giorni si sono potuti leggere i commenti disparati. Alcuni più composti, come “Pensi di più ai suoi figli e meno a scrivere frasi adolescenziali su Facebook. Se i suoi figli erano in pericolo per qualsiasi motivo, ci doveva pensare lei a proteggerli. Facile vivere in altra regione e accusare gli altri.” ma molti altri anche più violenti e offensivi. In molti, infatti, trovavano sconveniente la telecronaca minuto per minuto del coma di Nicolina, tramite le sensazioni della mamma. Anche Selvaggia Lucarelli non ha visto in questo comportamento molta maturità e a tal proposito ha scritto un lungo post su Facebook: “Il tuo ex spara in faccia a tua figlia quindicenne, l’ammazza e tu trovi il tempo e la voglia di scrivere anatemi su Facebook e rilasciare interviste a Mattino 5.” Poi il post continua, facendo una piccola deviazione sulla storia di Yara Gambirasio.

Il post di Selvaggia Lucarelli

Infatti Selvaggia Lucarelli fa un paragone tra l’atteggiamento tenuto da Donatella Rago dopo la morte di sua figlia Nicolina e quello tenuto, invece, dai genitori di Yara anche durante il processo che ne è seguito. “E allora penso ai genitori di Yara. Mai una frase ad effetto a favore di telecamera, mai un’intervista, mai una parola rabbiosa nei confronti dell’assassino della figlia. Solo poche parole limpide e piene d’amore per la figlia, che il papà pronunciò in aula (e solo in aula), ben 5 anni dopo la morte di Yara, nel 2015: ‘Era il collante, il sale della nostra famiglia, ogni cosa la faceva con una capriola, una giravolta. Era sempre allegra e sorridente: era il prezzemolo della nostra famiglia, Yara era la mascotte di casa’. Ecco, i figli si amano anche così. Anche dopo.” Conclude, poi, laconica e caustica “Tra annunci di confessioni del figlio annunciate in diretta, sceneggiate pugliesi, madri che si sfogano su Facebook col corpo della figlia ancora caldo, in questi giorni l’umanità mi fa più orrore del solito.” Un po’ dura contro la madre di una ragazza morta, ma avrà davvero tanto torto?