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No Green pass, istigazione a delinquere: scattano le perquisizioni in alcune città

No Green pass

La Polizia ha organizzato diverse perquisizioni in 16 città italiane nei confronti dei No Green pass, associati al canale Telegram "Basta dittatura".

La Polizia ha organizzato diverse perquisizioni in 16 città italiane nei confronti dei No Green pass, associati al canale Telegram “Basta dittatura“.

No Green pass, istigazione a delinquere: perquisizioni in 16 città

La polizia ha effettuato diverse perquisizioni in 16 città italiane, nei confronti dei No Green pass, in modo particolare di quelli più radicali associati al canale Telegram “Basta dittatura“. Nei loro confronti sono ipotizzati i reati di istigazione a delinquere, con l’aggravante del ricorso a strumenti telematici e di istigazione a disobbedire alle leggi. Gli indagati istigavano all’uso di armi e a compiere atti illeciti contro le cariche istituzionali, tra cui Mario Draghi. Tra gli obiettivi anche rappresentanti di forze dell’ordine, medici, scienziati, giornalisti e altri personaggi pubblici.

No Green pass, istigazione a delinquere: il canale Telegram “Basta Dittatura”

Il canale Telegram “Basta Dittatura” era già stato oggetto di un provvedimento giudiziario di sequestro e chiusura, in cosiderazione della gravità dei contenuti pubblicati. Gli accertamenti della Polizia Postale e della Digos di Torino hanno monitorato il canale per diverse settimane. La parte di popolazione che si è vaccinata era costantemente insultata, in modo molto pesante e venivano fatte non poche minacce anche nei confronti di politici, medici e personaggi pubblici. Tra gli indagati ci sono anche molte persone incensurate.

No Green pass, istigazione a delinquere: i contenuti del canale

I contenuti e i toni utilizzati nel canale Telegram erano molto forti ed esasperati, con riferimenti chiari a “impiccagioni“, “fucilazioni“, “gambizzazioni” e allusioni dirette a “nuove marce su Roma” e al terrorismo. Sono stati identificati anche soggetti che avevano promosso blocchi autostradali e ferroviari, così come attivisti che erano stati protagonisti di aggressioni di piazza alle forze dell’ordine.