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No a tagli vitalizi e stipendi: ultimo atto di legislatura?

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Alla Camera e al Senato aumentano gli stipendi dei dipendenti, alle Regione Lazio e Sicilia scade il prelievo sui vitalizi dei consiglieri.

Così come ci si aspettava si è conclusa questa 17esima legislatura, ma resta sempre acceso il discorso sui vitalizi e sugli stipendi dei politici e di tutto l’indotto che riguarda i costi della politica. È possibile cercare di mettere ordine tra tutte le notizie di questi ultimi giorni?

Ci si può provare, spiegando prima di tutto che ci sono alcune differenze tra ciò che accade alla Camera e in Senato e ciò, invece, che succede nelle Regioni, in questo caso la Regione Lazio e la Regione Sicilia, finite sotto un fuoco di polemiche sulla questione stipendi e vitalizi.

Aumentano gli stipendi a Montecitorio

Uno degli ultimi atti sul quale hanno dovuto esprimersi onorevoli e senatori in questa 17esima legislatura appena giunta al termine, ha riguardato gli stipendi di coloro che lavorano negli uffici di Camera e Senato.

Si è annullato, infatti, ciò che era stato introdotto nel 2014, ovvero il tetto agli stipendi dei dipendenti. A partire da quest’anno, infatti, ci doveva essere un taglio strutturale che avrebbe prodotto 23,4 milioni di euro da poter risparmiare solo a Montecitorio.

Così, però, non è stato e non sarà poiché c’è stata una massiccia presenza di ricorsi, sembrebbe che siano stati superati i mille, in sede di Commissione giurisdizionale per il personale, e così è stato deciso di tornare a ciò che c’era prima del 2014, quando è stato fissato il tetto agli stipendi.

A quanto riportato dal quotidiano La Stampa, questa commisisone interna ha permesso che si tornasse a tre anni fa e, in ossequio agli orientamenti della Corte costituzionale, che in queste materie ammette solo interventi temporanei. Sono, quindi, saltati tetti e sottotetti di reddito, introdotti per bilanciare i vecchi stipendi, e si è ritornati ai vecchi scaglioni di anzianità, con progressioni sino a fine carriera, ovvero 40 anni di servizio e oltre contro i 23.

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Vitalizi per Lazio e Sicilia

Discorso diverso, invece, per ciò che riguarda la Regione Lazio e la Regione Sicilia. Qui, a differenza di quanto succede a Montecitorio, le novità riguardano i consiglieri regionali e non i dipendenti. Le notizie che girano sono controverse, e a rispondere ci ha pensato lo stesso governatore della Capitale, ovvero Luca Zingaretti.

Per il Lazio comincia tutto in previsione di una campagna elettorale che si preannuncia all’ultimo sangue. Quest’anno, infatti, in Regione è scaduto il taglio ai vitalizi, e subito è montata la polemica cavalcata dai due candidati al posto di Governatore.

La candidata del Movimento 5 Stelle che si presenta per la poltrona di governatrice, ovvero la deputata Roberta Lombardi, ha lanciato un messaggi chiaro: “Alla regione riaumentano i vitalizi. In caso di elezione, non li ridurremo ma li aboliremo. Poi fatemi ricorso.”.

Pronta la risposta, a stretto giro, del comitato elettorale di Luca Zingaretti, governatore uscente che si ricandida per un ulteriore mandato: “Le misure verranno rinnovate nella prossima legislatura. Il Lazio, sotto la guida Zingaretti, è stata la prima Regione ad eliminare i vitalizi per i consiglieri regionali. Quindi nessuno, da questa legislatura e per il futuro, godrà di vitalizi.”

Stesso discorso valido anche per la Sicilia. Anche qui, infatti, con il nuovo anno è saltato il tetto dei 240mila euro imposto ai dipendenti dell’Ars. E anche in questo caso, però, la giunta di centrodestra che governa la Regione, a breve potrebbe decidere di ripristinarlo.