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No vax su Telegram, chi erano i "guerrieri" pronti a organizzare attacchi contro il Parlamento

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Tra i no vax che preparavano attacchi contro il Parlamento su Telegram, c'erano panettieri, operai, commesse e disoccupati. Chi sono i "guerrieri".

Tra i no vax che preparavano attacchi contro il Parlamento su Telegram, c’erano panettieri, operai, commesse e disoccupati. Chi sono i “guerrieri” che si stavano organizzando su un canale Telegram prima di essere scoperti dalla polizia postale.

No vax su Telegram: minacciavano di far esplodere il Parlamento

L’identikit di alcuni dei “guerrieri” no vax che sono finiti in una retata dell’antiterrorismo e della polizia postale è molto semplice. C’è un panettiere, un custode, una commessa, due operai, una cuoca e una donna disoccupata che in passato era vicino agli indipendentisti veneti e a cui era stato tolto il porto d’armi per problemi psichiatrici. Tutte queste persone si sentivano su Telegram e minacciavano di far saltare i furgoni delle televisioni con le molotov o di far esplodere il Parlamento utilizzando dei droni. Erano solo farneticazioni, come hanno sottolineato gli inquirenti, e non c’era nessun progetto ufficiale.

No vax su Telegram: chi sono i “guerrieri”

L’istigatore numero uno di questi “guerrieri”, come raccontato da Repubblica, era Tommaso, 46enne milanese, che come lavoro fa il custode in un palazzo. Ha creato e amministrato il gruppo, che ora è stato chiuso, e incitava alla ribellione violenta e all’uso di armi. Nella sua abitazione hanno trovato due tirapugni, che considerava “il nuovo giocattolo” e sfoggiava sui social. L’uomo pensava di comprare il tirapugni in armeria, ma al terzo rifiuto ha spiegato di averlo comprato “dagli zingari”. L’altro amministratore si chiama Francesco, 34enne milanese, operaio metalmeccanico. Da diverso tempo la famiglia era preoccupata perché stava sempre su internet. Nei suoi social comparivano manifesti con svastiche barrate e la scritta “No alla dittatura sanitaria“. Presente nel gruppo anche Stefano, 53enne bergamasco, operaio, con regolare porto d’armi e due pistole in casa. Poi David, 45enne proprietario di un bar a Roma, che incitava ad “azioni violente“.

No vax su Telegram: i “guerrieri” contro il Green pass

A casa di Stefano, 33 anni, panettiere di Reggio Emilia, sono stati trovati manganelli, una katana e spray al peperoncino. Presenti anche delle donne nella chat. Ilaria, 43 anni, romana, ex commessa di un grande magazzino e ora disoccupata. Lara, 51enne veneziana, con porto d’armi regolare che le è stato revocato nel 2019 per problemi di salute mentale. Sandra, 53 padovana, che lavora in una menza aziendale e proponeva di tirare uova e letame a Roberto Speranza.