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Noemi Carrozza: l’incidente non sarebbe dipeso dalla strada

Noemi Carrozza 1

I primi risultati sulla morte della campionessa di nuoto sincronizzato Noemi Carrozza svelano che l’incidente non sarebbe dipeso dalla strada.

Sviluppi nelle indagini sulla morte di Noemi Carrozza. Il decesso della 20enne campionessa di nuoto sincronizzato in un incidente stradale avvenuto nel primo pomeriggio di venerdì 15 giugno del 2018 in viale Cristoforo Colombo a Ostia, non sarebbe stato causato dalle difficili condizioni della strada. Questo il risultato dei primi rilievi effettuati dalla polizia per ordine della Procura di Roma. Aperta un’inchiesta per omicidio.

Gli inquirenti hanno stabilito che la strada dov’è avvenuta il fatto, nella zona di via di Villa Plinio, non avrebbe buche, avvallamenti o radici che potrebbero avere causato la tragedia. Contro queste ultime aveva puntato il dito la madre della ragazza.

Inoltre le autorità hanno escluso uno scontro tra lo scooter su cui viaggiava Noemi e un altro veicolo. La ragazza non avrebbe neppure avuto un malore mentre guidava. Alcuni testimoni hanno riferito che la giovane “andava piano”, forse non superando i 60 chilometri allora.

Noemi Carrozza

L’appello di una madre

Intanto Graziella Viviano, la mamma di Elena Aubry, la 26enne morta a Roma domenica 6 maggio 2018 mentre percorreva via Ostiense in moto, ha pubblicato una lettera su Facebook immaginando di chiedere aiuto alla figlia perché l’amministrazione si occupi del cattivo stato delle strade romane a causa delle buche. La donna sottolinea che il sistema esista e funzioni, proponendo di farle evidenziare con una bomboletta di vernice gialla, nella speranza che gli amministratori cittadini ascoltino. Altrimenti, dichiara Graziella, “siamo condannati a muoverci su queste strade”, mentre “dobbiamo auto – difenderci”. “Con tre euro di bomboletta spray mia figlia sarebbe ancora viva”, afferma.

Elena Aubry

Graziella ha anche scritto che sentire la notizia della morte di Noemi Carrozza, “è stato un altro terribile colpo” dopo la scomparsa di Elena. Esprimendo vicinanza ai genitori della nuotatrice e abbracciandoli idealmente “con tutto il cuore”, ha chiesto loro di poterli sentire per telefono perché i loro figli “non possono continuare ad andare via così”.

La stessa signora, in un altro post su Facebook aveva paragonato i manti stradali romani a “cecchini micidiali”, a causa dei quali c’erano altre lacrime, come nel suo caso, e “un’altra vita abbattuta”.

Elena Aubry

Tuttavia le indagini della polizia hanno finora stabilito che nemmeno l’incidente in cui Elena ha perso la vita, sia stato causato da buchi o radici sporgenti dalla strada. I vigili, pur riscontrando le “difficili condizioni dell’asfalto”, non ritengono che vi siano “avvallamenti tali da determinare il successivo schianto”. La Procura di Roma continua a indagare sulla morte di questa ragazza come su quella di Noemi per eventuali aggiornamenti.