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Non solo “vitalizio”: i parlamentari avranno diritto anche ad un tfr

L'aula di Montecitorio

I meccanismi non solo politici ma economici che scattano appena salta un governo, non solo “vitalizio”: i parlamentari avranno diritto anche ad un tfr

Camere sciolte e tempo di conti, non conti nelle segreterie di partito ma conti dal commercialista, e non c’è solo il “vitalizio”: i parlamentari avranno diritto anche ad un tfr e assieme alla pensione che maturerà per molti di loro è previsto anche un ulteriore pagamento. Come funziona? Tutto parte dal taglio dei parlamentari, con il numero di deputati e senatori, che nel complesso passeranno da 945 a 600 che quindi renderà improbabile per molti una rielezione.  

I parlamentari avranno diritto anche ad un tfr

Scatta perciò il dubbio per molti: e la pensione? E l’assegno di fine mandato? Valgono con una legislatura morta prima della scadenza naturale? Per molti di loro certo che si, dato che il termine di poco più di 4 anni previsto verrà raggiunto il 24 settembre e che per allora l’attuale Parlamento sarà ancora in carica. E si tratta di una circostanza che avrà peso sia alla Camera che al Senato, visto che i parlamentari di nuova nomina sono la più parte in entrambe le Camere. 

Sei mesi in carica e scatta l’assegno finale

C’è poi la questione del “vitalizio” ben spiegata da Skytg24:  “Una svolta rispetto al passato, quando spesso la pensione maturava anche dopo un solo giorno di legislatura, con calcoli che garantivano una somma molto superiore rispetto ai contributi versati. Quel sistema, che ha dato vita al termine ‘vitalizio’, oggi però non esiste più”. Però il Tfr, quello c’è e come: alla fine dell’incarico parlamentare, il deputato riceve un assegno di fine mandato pari all’80% dell’importo mensile lordo dell’indennità a partire da sei mesi di carica svolta.