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NOTTURNO FEDERER

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Doveva essere un piatto freddo come la vendetta. Invece, nonostante la temperatura, quella che poteva essere una tranquilla serata australiana ha rischiato di trasformarsi nella più grossa sorpresa del torneo. Francese caldo – Forse nemmeno Gilles Simon stesso credeva troppo ai due precedenti fa...

Doveva essere un piatto freddo come la vendetta. Invece, nonostante la temperatura, quella che poteva essere una tranquilla serata australiana ha rischiato di trasformarsi nella più grossa sorpresa del torneo.

Francese caldo – Forse nemmeno Gilles Simon stesso credeva troppo ai due precedenti favorevoli su due che vantava su Roger Federer e che avevano costituito il leit-motiv di questa sfida serale della Rod Laver Arena. Magari perché già si perdono nei meandri della memoria; magari perché risalgono al periodo migliore della carriera del francese, tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009, quando si qualificò per il Master e raggiunse il suo best-ranking al numero 6 della classifica mondiale. Eppure Simon era arrivato qui con la credenziale della recente vittoria a Sydney, anche se la settimana prima aveva rimediato appena cinque giochi con il colombiano Giraldo a Brisbane.

L’immensità – C’è da crederci che il centrale possa far perdere le misure a chi non è abituato. Il campo è lo stesso, per carità, ma è tutto il resto che cambia. Il rumore della pallina, quello del pubblico (quasi il tutto esaurito), la prospettiva e la profondità. Poi, da quest’anno, c’è la novità della telecamera appesa a quattro fili che volteggia inquietante sul terreno di gioco durante le soste per poi ritirarsi in buon’ordine in un angolo dell’impianto.

La formalità – Per due set, i primi, è bastato un Federer appena normale, molto simile a quello vecchia maniera. Qualche numero per deliziare la platea, controllo dello scambio da fondo e attesa che Simon si arrenda. Quattro break, due per set, e subito 6-2, 5-2. Simon cerca di appoggiarsi ai colpi dello svizzero e di sfruttarne la potenza ma finché non riesce finalmente a strappargli la battuta non dà la sensazione di poterlo infastidire.

Qualcosa cambia – Lo svizzero si riprende subito il break e incamera la seconda partita ma si avverte nell’aria, appena tangibile, che qualcosa sta cambiando. Il servizio di Federer diventa terra di conquista per il transalpino, che glielo strappa addirittura quattro volte consecutive, fino a condurre 4-1 nel terzo set. Con quel rovescio dalle ginocchia leggermente piegate e il dritto tracciante, Gilles chiude direttamente da fondo o costringe lo svizzero ad affannose e spesso inutili rincorse.

La fiducia è una cosa seria – Federer vorrebbe cambiare e diventare più propositivo ma adesso Simon è in fiducia e la brezza che soffia nell’arena sembra sempre dietro le spalle del francese, seguendolo pure ai cambi di campo. Gilles non è più lo stesso mentre Roger vorrebbe cambiare ma la perdita del set ha imbozzolato lo svizzero nelle sue paure, liberando nel frattempo la mente di Simon. Appena vede lo spiraglio, Gilles ci si infila e anche nel quarto set riesce a stare a ruota del campione in carica.

Gli assenti hanno sempre torto – Chi ha lasciato la tribuna stampa dopo i primi due set dovrà pentirsene, perché si sta materializzando l’incredibile. Nel nono gioco del quarto set Federer sbanda paurosamente, si ritrova sullo 0-40 e quando cerca di rientrare nella carreggiata, salvando le prime due palle-break, è troppo tardi: la terza è quella fatale e Simon serve per pareggiare i conti sul 5-4.

Emozioni supplementari – Federer è titubante e sembra non sentire più la palla, che invece è diventata amica intima del francese. Una brutta risposta manda Simon a un primo set-point, annullato dallo svizzero con una discesa a rete tanto coraggiosa quanto fortuita che fa esplodere la Rod Laver. Alla seconda opportunità però Simon non trema e si va al quinto.

Servizio incompleto – Tra i tanti, il problema maggiore del campione svizzero è il servizio, passato dal 93% di punti con la prima del set iniziale al misero 50% del quarto. Pochi punti gratis per Federer, anche se nel momento di maggiore difficoltà (0-30 nel terzo gioco) è proprio con la battuta che si toglie dalla palude.

Ultima KIA…mata – L’ultima chiamata per Simon arriva nel quinto gioco, quando sul 30-30 una sua risposta probabilmente vincente si stampa sul logo dello sponsor che campeggia ai lati della rete; sarebbe stata palla-break e invece Federer cambia campo sul 3-2. Nel game seguente un nastro nemico nega allo svizzero la palla-break che arriva però dopo poco, su uno dei rari errori gratuiti di Simon; una magia dell’elvetico che colpisce di controbalzo e costringe l’avversario a una volee corta troppo lunga, per poi trafiggerlo con un passante in corsa, regala invece il 4-2.

Polveriera – L’Arena è di nuovo una polveriera e Federer alza il pugno e urla al cielo tutto il suo sollievo. Inizia così la discesa e i fantasmi svaniscono. Roger torna offensivo, sale 5-2 e 0-40 con tre match-point ma Simon non vuole chiudere così. Il francese recupera, infila cinque punti consecutivi e salva una delle palle-match con nastro e riga. Così la nottata si allunga di qualche brivido, perché Gilles vuole giocarsi le ultime carte e Federer è costretto agli straordinari. La combinazione servizio esterno e rovescio incrociato lo porta al quarto match-point, sul quale calibra male una smorzata che si spegne sul nastro. Lo svizzero compie una piccola magia tenendo di dritto una risposta micidiale che avrebbe portato Simon a una pericolosa palla-break e trasformandola in una volee vincente. Con l’11° ace si chiude la vicenda. Buonanotte a tutti, anche a Simon che non ha accettato il ruolo della vittima scarificale e ha fatto tremare il campione.

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