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Novak Djokovic presenta ricorso contro l'Australia: espulsione sospesa 5 giorni

Djokovic bloccato Australia

Novak Djokovic ha presentato ricorso contro la decisione dell'Australia di negargli il visto e e quindi la possibilità di partecipare agi Australian Open.

Dopo che l’Australia gli ha negato il visto di lavoro impedendogli così di partecipare agli Australian Open, il numero uno del tennis Novak Djokovic ha presentato ricorso tramite i suoi legali. Il giudice di Melbourne Anthony Kelly ha fissato l’udienza lunedì 10 gennaio 2021 avvertendo comunque gli organizzatori del torneo che la causa potrebbe non finire prima dell’inizio dei giochi. Fino a lunedì la sua espulsione sarà dunque sospesa e l’atleta resterà in stato di arresto nel suo hotel. Davanti all’ingresso sono radunati alcuni sostenitori che ne chiedono la liberazione.

Djokovic presenta ricorso contro l’Australia

Djokovic non è riuscito a fornire prove adeguate per soddisfare i requisiti di ingresso e il suo visto è stato cancellato. Le regole sono regole, nessuno è al di sopra“, aveva reso noto il Premier motivando la revoca del visto dell’atleta avvenuta dopo l’interrogatorio notturno nella severissima dogana dell’aeroporto internazionale Tullamarine dove le autorità hanno ritenuto insufficiente la documentazione con cui Djokovic provava l’esenzione dal vaccino obbligatorio concesso dagli organizzatori dell’evento.

Djokovic presenta ricorso contro l’Australia che gli ha revocato il visto

Il problema del visto era emerso mentre il tennista era già in volo tra Dubai e Melbourne, quando la dogana del Tullamarine ha aperto il file con la documentazione inviata da Belgrado. Al suo atterraggio, le autorità lo hanno dunque scortato in una stanza presidiata dalla Polizia per interrogarlo. “Nessuno può vederlo. Mio figlio è detenuto, questa è una battaglia per la libertà“, aveva reso noto suo padre.

Intanto la dogana di Melbourne aveva contattato il governo dello Stato di Victoria il cui ministro Pulford ha dichiarato di non voler concedere all’atleta il visto d’ingresso, atto di competenza federale. Decisione confermata anche dal primo ministro Scott Morrison (“Non ci sarà alcun riguardo speciale per Djokovic“) contro cui si è schierato l’esecutivo serbo che ha accusato l’Australia di maltrattamenti.