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Nozze gay in carcere a Rebibbia: le due detenute condivideranno la cella

nozze gay in carcere

Prime nozze gay in carcere a Rebibbia. Adriana e Camilla, due detenute, condivideranno la stessa cella.

Durante la mattinata di ieri si sono svolte le prime nozze gay in carcere a Rebibbia. Camilla e Adriana, due detenute della sezione femminile del carcere di Rebibbia, hanno coronato il loro sogno di sposarsi, benché vivano momentaneamente in carcere. È proprio in carcere che le due si sono conosciute, tra loro è nato subito l’amore ed ora che sono sposate condivideranno la cella.

Nozze gay in carcere

Per la prima volta nella storia del nostro paese, si sono celebrate le nozze gay in carcere di Rebibbia. Camilla e Adriana, questi sono i nomi delle due detenute, si sono conosciute in carcere, nel quale dividevano la cella. Tra le due è nato subito l’amore e ieri hanno coronato il loro sogno di sposarsi.

La legge a favore delle unioni civili in Italia è recentissima, infatti è stata approvata soltanto lo scorso 13 gennaio. Con questa legge sono stati approvati i decreti attuativi della legge che regolamenta le unioni civili tra persone dello stesso sesso. Ma risale all’11 maggio dello scorso anno il ddl Cirinnà portato in Parlamento e successivamente approvata. Con ddl Cirinnà, intitolato “Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze“, due persone dello stesso sesso potranno usufruire di un nuovo istituto giuridico di diritto pubblico denominato unione civile, appunto.

L’approvazione di tale ddl è avvenuta anche perchè si è tenuto conto di due articoli fondamentali della Costituzione Italiana, gli articoli 2 e 3, che fanno riferimento ai diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali, ed anche al principio di uguaglianza di tutti i cittadini senza distinzione di sesso. L’unione civile tra du persone dello stesso sesso, come deciso dalla legge, avviene di fronte a un ufficiale di Stato, solitamente sindaco o vicesindaco, e alla presenza di due testimoni e, successivamente, registrato nell’archivio dello stato civile.

Ma questa unione civile tra Camilla e Adriana, oltre ad essere stata permessa dalla nuova legge sulle unioni civili, è avvenuta anche grazie al fatto che è stato compiuto un passo in avanti molto importante riguardo a quella che è la riforma dell’ordinamento penitenziario, sull’affettività dei detenuti: il progetto già in fase avanzata affronta la questione degli incontri tra persone unite o sposate, una delle quali detenuta. Inoltre, al ministero si sta valutando anche di creare degli ambienti nelle strutture penitenziarie per consentire momenti di intimità, specialmente ora che si è verificato il primo caso di nozze gay in carcere.

La storia

Camilla e Adriana si sono conosciute in carcere a Rebibbia, nel quale sono finite per problemi legati alla droga. Appena si conobbero, divennero subito molto amiche e poi, piano piano, con il passare del tempo, è nato l’amore.

Ieri mattina Camilla, 25 anni di origine sudamericana, si è svegliata, si è messa il suo vestito preferito e un filo di trucco; Adriana, coetanea di Camilla, non ama il trucco, ha indossato solo dei pantaloni e un gilet. Le due si sono presentate davanti al vicesindaco di Roma, Daniele Frogia, che ha un passato da volontario nelle carceri, il quale ha celebrato volentieri l’unione tra le due detenute.

Secondo quanto riportato dalla Direttrice dell’Istituto, è stata una vera e propria festa con tanto di fiori, regali e bomboniere. Non mancava nemmeno la torta nuziale.

La vicenda a lieto fine di Camilla e Adriana apre un fronte ulteriore nelle carceri dove le sezioni sono rigidamente separate per genere. Ponendo al legislatore un orizzonte nuovo che la stessa norma sulle unioni civili impone.