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Gianni Scarpa: fonderò un'altra spiaggia fascista in Romagna

spiaggia fascista

Gianni Scarpa, il “bagnino nero”, torna alla ribalta aprendo una nuova spiaggia fascista in Romagna.

Gianni Scarpa, divenuto famoso come “il bagnino nero” torna alla ribalta facendo parlare di nuovo di sé. Dopo la chiusura della sua spiaggia fascista a Punta Canna perché accusato di apologia del fascismo, ora è pronto ad aprirne un’altra in Romagna sfidando chi lo aveva messo alla porta già una volta. Questa settimana, infatti, si troverà in Romagna dove visiterà due grandi stabilimenti a Rimini e Riccione per valutare dove collocare la sua nuova spiaggia fascista in onore del duce.

Spiaggia fascista

Lo scorso anno lo abbiamo conosciuto per la sua spiaggia inneggiante l’apologia del fascismo a Punta Canna, a Chioggia. Oggi torna a far parlare di sé in quanto ha deciso di aprire una nuova spiaggia fascista in Romagna, a Rimini o Riccione. Questa settimana si troverà proprio in Romagna dove visiterà due grossi stabilimenti nelle note località turistiche per valutare dove sia meglio collocare la nuova spiaggia fascista.

«Starò via una settimana», spiega il bagnino, «e visiterò due grossi stabilimenti, a Rimini e a Riccione. Quest’estate, quando era scoppiato il mio caso, erano venuti a vedere Playa Punta Canna in incognito e, a fine giornata, si erano presentati e mi avevano invitato da loro. Col tempo ho ricevuto delle offerte molto interessanti e vado a vedere cosa si può fare. Non c’è ancora nulla di deciso, ma questa idea di lavorare in Romagna mi piace. Qui a Sottomarina, ormai no. Non me la sento. Anche se, checché ne dicano i giornali, c’è un ottimo rapporto con i miei ex datori di lavoro, la considero un’esperienza finita”

Il precedente

Lo scorso anno, nel lido della nota località turustica, Gianni Scarpa, tra cimeli fascisti e discorsi razzisti, intratteneva i bagnanti con parole, trasmesse dall’autoparlante, che obbligavano alla disciplina, all’ordine e alla pulizia. Nello stabilimento tappezzato da cartelli con Mussolini e frasi di Ezra Pound, Gianni Scarpa chiarisce che la spiaggia non è aperta alla gente maleducata che non appoggia il duce e il fascismo perchè lui è per il regime. Aggiungeva anche che per lui “i tossici dovrebbero essere sterminati” e che sono come “il 50% della popolazione mondiale” ossia merda. A volte, oltre ai discorsi trasmessi ogni mezz’ora, l’uomo lasciava spazio anche agli inni di regime e agli insulti a Papa Francesco per la sua apertura verso i migranti.

D’altra parte, le sue idee e convinzioni le aveva espresse chiaramente e fin dall’ingresso della spiaggia fascista. Il cartello all’ingresso del parcheggio non lasciava spazio a dubbi: “Zona antidemocratica e a regime“. Ma questo era ancora niente rispetto a quello che si poteva trovare e si poteva sentire più avanti, all’interno della spiaggia. Sotto gli ombrelloni, tra “camere a gas“, inni al Duce e al regime fascista, scritte sessiste, vi erano affisse delle regolo molto chiare: “Ordine, pulizia, disciplina, severità”, “difendere la proprietà sparanda a vista e ad altezza d’uomo, se non ti piace me ne frego!”, o come “La legge della giustizia nasce dalla canna del fucile“.

La spiaggia fascista aveva fatto clamore tanto da condurre gli agenti della Digos e la polizia scientifica, inviati dal questore di Venezia, a controllare la zona e sono rimasti allibiti nel leggere le insegne e i cartelli che il bagnino aveva affisso nella spiaggia. Gianni Scarpa, a seguito di questa storia, era stato licenziato e la spiaggia chiusa. Oggi, però, sembra essere tornato più deciso di prima.