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Nuova tassa sul fumo: previsto aumento di 10 o 20 centesimi a pacchetto

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Beatrice Lorenzin pensa ad aumento del costo delle sigarette che verrà varato nel prossimo patto di stabilità; interessati anche il tabacco e le pipe

Un centesimo in più per ogni sigaretta: sarebbe questa la proposta a cui sta pensando Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, per scongiurare il vizio del fumo negli italiani. La tassa, se entrerà in vigore, comporterà un aumento che va dai 10 ai 20 centesimi a pacchetto: in questo modo il vantaggio sarebbe doppio. Da una parte, infatti, si scoraggiano gli italiano a fumare; dall’altra aumentano i guadagni dello Stato sulla vendita delle sigarette: soldi che potrebbero essere riutilizzati per migliorare la sanità italiana.

La tassa sulle sigarette potrebbe essere inserita nella prossima legge di stabilità varata dal Governo

L’aumento del costo delle sigarette potrebbe essere compreso nell’attuazione del nuovo patto di stabilità, la cui approvazione sarà varata dal Governo e potrebbe provocare un drastico cambio di prospettiva per i fumatori che vedranno aumentare il costo di un pacchetto di sigarette dai 10 ai 20 centesimi il pacchetto. Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin proporrà di inserire la riforma delle sigarette per sopperire agli ingenti costi della sanità italiana: il gettito guadagnato dalla vendita dei pacchetti aumentati sarà infatti utilizzato per far fronte alle spese del Sistema Sanitario Nazionale.

Ad annunciare la possibile tassa è stato il quotidiano Repubblica: un’idea, quella della Lorenzin, che era già stata proposta lo scorso anno. per poi essere bocciata dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Quest’anno, tuttavia, il Governo sembra più propenso ad accogliere l’istanza presentata dalla Lorenzin che comporterà l’aumento di 1 centesimo a sigaretta, incidendo sul costo totale del pacchetto acquistato dal fumatore.

Il provvedimento potrebbe essere esteso anche ad altri prodotti come sigari, tabacco e pipa

L’intenzione del Ministro della Salute è quella di scoraggiare i fumatori all’acquisto delle sigarette e, in contemporanea, aumentare il gettito d’entrata da utilizzare per il Servizio Sanitario Nazionale. “Calcolando l’aumento del costo del pacchetto di sigarette – ha spiegato la Lorenzin si otterrebbe un guadagno da investire sul Sistema Sanitario. Inoltre – continua il Ministro – il provvedimento potrebbe essere esteso anche ad altri prodotti legati al fumo, come i sigari, il tabacco e la pipa“.

Guadagno assicurato? Solo se gli italiani non smettono di fumare

Secondo i dati del Ministero in Italia ci sono dieci milioni di fumatori, che consumano in media 3,6 miliardi di pacchetti all’anno. In tutto, dunque, il Ministero potrebbe raccogliere tra i 700 e i 750 milioni di euro all’anno, rispetto al guadagno stimato senza la tassa sul fumo. Secondo Repubblica, però, non è assicurato che il guadagno dello Stato aumenti: gli italiani, infatti, potrebbero anche svoltare verso una scelta diversa, come il ‘No’ al fumo.

Nel caso in cui gli italiani si scoraggiassero, smetterebbero di comprare pacchetti di sigarette e il guadagno potrebbero diminuire sensibilmente. Allo stesso modo, si potrebbe verificare una diminuzione nel caso in cui la popolazione decida di passare a prodotti meno costosi. In generale in Italia il costo medio di un pacchetto di sigarette è comunque inferiore a quello di altri Paesi dell’Unione Europea: in Germania si pagano, ad esempio, 6 euro; in Francia e in Svizzera 7 euro, in Regno Unito tra i 10 e gli 11 euro per poi arrivare fino ai 12 euro della Norvegia.